lunedì, Ottobre 2, 2023
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Grande accoglienza al vescovo Mons. Moisè della diocesi di Emdibir per la serata dedicata all’Etiopia

Lazise. Un foltissi­mo grup­po di lacisien­si e di forestieri ha gremi­to il salone del Cen­tro Gio­vanile Par­roc­chiale per accogliere il vesco­vo del­la dio­ce­si di Emdibir, nel Guraghe, regione den­sa di popo­lazione rurale, in Etiopia.

Il pre­sule è un frate cap­puc­ci­no, di nasci­ta eritrea che ha stu­di­a­to e vis­su­to ad Addis Abe­ba e che da molti anni segue le dis­ere­date popo­lazioni del­la sua dio­ce­si nel Guraghe. “L’E­tiopia è in via di svilup­po nonos­tante la gran­dis­si­ma mis­e­ria e l’anal­fa­betismo che rag­giunge anco­ra oggi l’ot­tan­ta per cen­to del­la popo­lazione rurale — ha esor­di­to Mon­sign­or Moisè Ghe­breghiorghis — ed anche i gov­er­nan­ti, anche se comu­nisti, stan­no facen­do ogni pos­si­bile sfor­zo per ele­vare ques­ta popo­lazione.”

L’E­tiopia, ter­ra fer­tile africana, ex colo­nia ital­iana al tem­po del fas­cis­mo , ha subito negli ulti­mi ven­ti anni una atroce guer­ra civile. L’Er­itrea si è stac­ca­ta dal­l’E­tiopia e sta viven­do un for­tis­si­mo cli­ma di dis­fat­tismo. Ma è strate­gi­ca, geografi­ca­mente per­ché da sul mare.

“Noi vor­rem­mo davvero che l’Er­itrea tor­nasse a far parte del­l’E­tiopia- evi­den­zia il pre­sule — anche per­ché io sono eritreo di nasci­ta. Ma a parte ciò — con­tin­ua il vesco­vo — noi di fat­to siamo una sola nazione.”

L’E­tiopia ha cir­ca 90 mil­ioni di abi­tan­ti, cir­ca l’ot­tan­ta per cen­to è anal­fa­be­ta. Vive prin­ci­pal­mente in zona rurale, dis­tante dal­la cap­i­tale Addis Abe­ba che è ormai una mega­lopoli. I cat­toli­ci sono sola­mente lo 0,7% del­la popo­lazione. Moltissi­mi gli orto­dos­si. Cir­ca un ter­zo i mus­sul­mani.

Ha bisog­no di tut­to, ma soprat­tut­to di aiu­ti per sco­lar­iz­zare la popo­lazione.

“E’ sul­la scuo­la e con la scuo­la che pun­ti­amo di svilup­pare il nos­tro paese — evi­den­zia anco­ra il vesco­vo Moisè — per­ché è pro­prio attra­ver­so l’istruzione che noi for­mer­e­mo le nuove gen­er­azioni che dirig­er­an­no il paese. Ed è pro­prio con le adozioni a dis­tan­za, quelle legali che noi rius­cire­mo a fare un’­opera grande per l’E­tiopia.”

Uno dei motori che por­tano aiu­ti a questo scopo è il Cen­tro Aiu­ti per l’E­tiopia, una onlus nata nel 1983 e che ha sede a Ver­ba­nia Fon­do­toce, e che ha inizia­to a ricer­care adozioni a dis­tan­za. Lazise ne ha già real­iz­za­to, nel­lo scor­so anno, più di 110. E con l’ar­ri­vo di Mons. Moisè, gra­zie alla sua nar­razione dei dis­a­gi, dei prog­et­ti in cor­so per la scuo­la, per le donne, per la salute, per il lavoro e lo svilup­po, molte altre sono state le ade­sioni del­la comu­nità lacisiense.

“Dob­bi­amo inseg­nare a pescare  ai nos­tri ragazzi- ha con­clu­so il pre­sule etiope — non a con­seg­nare un pesce per sfamar­si per un giorno. Impara­n­do a pescare si garan­tis­cono la soprav­viven­za per sem­pre. Ecco per­ché il vostro aiu­to e deter­mi­nante. Voi siete gli attori, noi siamo sola­mente il mez­zo per far si che questo popo­lo si ele­vi e pos­sa sper­are in un ide­ale, in una capac­ità con­crete di auto­ges­tione e di autono­mia.”

Ser­gio Baz­er­la

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