I sindaci della sponda veronese del lago di garda sono stufi di aspettare l’assegnazione della gestione diretta delle zone portuali da parte della regione veneto ai comuni, come da tempo invece avviene nella regione lombardia. Considerato che l’unione fa la forza, hanno pensato di sottoscrivere, tutti assieme, una lettera di richiesta formale, inviata al presidente della Regione, Giancarlo Galan, e all’assessore alle politiche della mobilità e infrastrutture, Renato Chisso. La lettera, spedita qualche giorno fa, è sottoscritta dai sindaci di Malcesine, Brenzone, Torri, Garda, bardolino, Lazise, Castelnuovo e Peschiera. Nello specifico dice: «I sindaci, al fine di migliorare la fruibilità dei porti e delle aree portuali da parte dei cittadini residenti e dei turisti, chiedono la gestione diretta delle suddette infrastrutture, sia amministrativa che operativa. L’esigenza nasce dal fatto che sempre più sovente i cittadini si rivolgono ai comuni per avere informazioni riguardo l’assegnazione dei posti barca nei porti o riguardo al rilascio di autorizzazioni e concessioni in materia portuale, non riuscendo ad avere una comunicazione diretta e snella con l’Ispettorato di porto, sia per motivi logistici, che per una tempistica lenta nell’iter procedurale». La lettera dei sindaci sottolinea inoltre: «Dal primo gennaio 2003, con l’entrata in vigore dell’articolo 61 della legge regionale 33 del 2002, l’esercizio delle funzioni amministrative inerenti le concessioni dei beni demaniali, quali le boe, è stato conferito ai comuni rivieraschi del lago di Garda, che hanno così potuto avere il controllo e la gestione di superfici e pertinenze lacuali, determinando un riassetto razionale e un miglioramento dell’organizzazione, dovuto al riordino delle concessioni e all’eliminazione dell’abusivismo. È convinzione dei sindaci che i riscontri positivi ottenuti fino ad ora, possano ripetersi anche con un conferimento delle funzioni di gestione dei porti alle amministrazioni comunali, come già avviene da qualche anno nella Regione Lombardia». L’iniziativa è stata coordinata dall’assessore alla portualità di Malcesine, Carlo Chincarini ed ufficializzata nei giorni scorsi con un incontro tra amministratori che si è svolto in municipio a Bardolino. Chincarini spiega: «la stessa domanda, il comune di Malcesine l’aveva già presentata nel 1999. Visto che nulla si è mosso, l’abbiamo ripetuta coordinando tutti i comuni. Noi chiediamo di poter gestire i porti per avere una manutenzione diretta, anche perché li problemi per ogni paese sono diversi. Anche se la richiesta è di avere direttive unitarie sulle modalità di gestione, poi ogni comune potrà dare delle risposte in base alle esigenze del proprio territorio». «Ad esempio», prosegue Chincarini, «un bando di concorso per l’assegnazione dei posti barca, se lo fa la Regione dura quattro mesi, se se ne occupano le amministrazioni locali ne dura uno. Ci sono delle difficoltà, nonostante il buon rapporto con i tecnici regionali, per gli scivoli, gli spazi per i carrelli, l’alaggio. Ogni porto deve avere queste strutture. La gestione accentrata si muovo con gli appalti, che bloccano tutti i lavori che invece dovrebbero rendere più agevole il porto». «A Malcesine», continua l’assessore, «nel porto ci devono stare solo le barche storiche e da pesca. Le barche a vela devono andare alla Fraglia o nei porti turistici atrezzati. Abbiamo speso quasi cinque milioni di euro per costruire la nuova Fraglia di Navene, ora è quasi ultimata e vogliamo poterla organizzare. Se sono i Comuni a gestire la richiesta dei posti barca, sanno anche riconoscere le esigenze dei richiedenti, come si sta già facendo per le boe a lago». Pietro Meschi, sindaco di Bardolino, concorda in tutto con Chincarini: «Considerato che ci hanno assegnato tutte le aree demaniali, perché devono rimanere esclusi i porti? Noi dobbiamo pulirli, perché non possiamo anche assegnare i posti? Metà delle entrate vanno alla Regione e metà ai Comuni, però quest’ultimi devono accollarsi anche le spese. Con la gestione diretta economicamente la cosa non cambierebbe, ma almeno avremmo i porti in ordine».