La passione è passione. Lo dimostra quanto sta accadendo a San Zeno di Montagna, dove si sono già radunati centinaia di tifosi del Chievo, decisi a trascorrere le vacanze vicino ai calciatori gialloblù. Dal 2000 la squadra di Luigi Del Neri fa il ritiro estivo ai piedi del Baldo e se già l’anno scorso erano arrivati molti sostenitori, quest’anno, con l’exploit in serie A, il pienone è assicurato. E non si tratta solo di veronesi e di veneti, ma anche di pugliesi, calabresi e persino di siciliani, che hanno affittato le case del paese per stare vicini ai loro beniamini. Una vacanza alternativa che prevede il seguente programma: pellegrinaggio quotidiano al campo sportivo, spedizione autografi, operazione riprese e fotografie e tentativo di stringere la mano e scambiare qualche battuta con i calciatori di Campedelli. Nella speranza che ci scappi anche la foto ricordo con il giocatore preferito. La squadra è arrivata sabato alle 21. Ad accoglierla l’entusiasmo dei fan e un serpentone di bandierine gialloblù lungo la strada. Un pugno sullo stomaco per i pochi tifosi dell’Hellas residenti nel paese. Uno per tutti Claudio Peretti, impiegato alla stazione di servizio del paese. Sopra la sua testa, appese a un palo, sventolano beffarde due bandiere del Chievo. «Si vive male, molto male», commenta, sottolineando che non andrà a vedere neppure un allenamento della squadra di Del Neri. «Tutto questo sta mettendo a dura prova la mia fede calcistica. Non vedo l’ora che il ritiro finisca, anche se bisogna ammettere che tutta questa gente porta un introito non indifferente». Piuttosto triste anche Andrea Perotti, 16 anni. «Perché non ha deciso di fare gli allenamenti qui il Verona?», si chiede. «Sarebbe stato troppo bello. L’anno scorso ogni tanto andavo a vedere il Chievo al campo sportivo qui vicino, ma gioca meglio il Verona. L’unico aspetto positivo è che arrivano parecchie fan, ma il problema è che sono comunque avversarie». Con l’arrivo del Chievo è diminuita anche l’età media dei residenti. Se prima San Zeno attirava soprattutto gli anziani, ora è meta di giovani e sportivi. «Di solito qui sembrava di essere al ricovero», commenta Enrico Sandrini, arrivato insieme alla sua ragazza. «Adesso, invece, c’è più gente: tutta un’altra cosa». Un cambiamento che non dispiace ai residenti: «Anche l’anno passato è arrivata tanta gente», commenta Guido Finotti, detto «il Baffo». «Tutti volevano vedere il Chievo. A me fa piacere, c’è più allegria, più movimento». A sorvegliare il viavai dei tifosi c’è Luigi Finotti, poliziotto municipale, che conferma l’aumento delle presenze nelle ultime 24 ore. In paese incontriamo anche Marco Bisagno. A lui si deve il ritiro del Chievo a San Zeno. «Conosco Cipriano Castellani, il sindaco del paese, sono consigliere e legale del Chievo, così ho pensato: perché no? Ho messo in contatto Luca Campedelli e Castelloni e si è deciso di fare il ritiro qui. Una scelta insolita, perché difficilmente le squadre si allenano nella propria provincia». Ci trasferiamo al campo sportivo. Sulle gradinate un gruppetto di tifosi attende fiducioso sotto un cielo gonfio d’acqua l’apparizione di Manfredini e soci. «Sono qui da un’ora e mezza, ma finora non abbiamo visto niente», commenta Ercole Stucchi, di Monza, appassionato di calcio. «Ai miei tempi, quando giocavo mi chiamavano il “mastino”», ci informa. A pochi metri da lui, Tul Milos, triestino. Il suo obiettivo è uno solo: studiare la tattica di Del Neri. «Alleno una squadra di dilettanti e mi incuriosisce molto il Chievo», spiega. «Mi fermerò qui tre, quattro giorni, nella speranza di vedere più gioco che preparazione fisica». I fan più accaniti sono incollati al cancello vicino agli spogliatoi. Sventolano foglietti e chiamano ad alta voce i giocatori che, a turno, si avvicinano per firmare autografi e stringere mani. «Abbiamo l’autografo di Firmani, Cossato, Lanna e Legrottaglie», afferma Monica Beltrami di Reggio Emilia. A procurarli sono stati sua suocera Rina Conti e suo figlio Simone. Un pronostico per l’anno prossimo? «Il Chievo giocherà di nuovo la Coppa Uefa», risponde convinta. Positivo circa il prossimo campionato anche Francesco Donadoni, 12 anni: «Andrà come quest’anno», spiega, confessando che la sua fede calcistica è aumentata da quando ha visto il derby. «È stata la prima volta che sono andato allo stadio», sottolinea contento. «Mia figlia è riuscita ad avere anche l’autografo di Del Neri», ci fa sapere Gianluigi Benetti, padre di Olga, una ragazzina supertifosa. Al punto che ha voluto farsi accompagnare a tutti i costi a San Zeno per vedere i suoi eroi, Lupatelli in primis. In attesa, nelle retrovie, ci sono anche Giorgio Furlani e Giuseppe Pomponi. «In avanscoperta ci sono le nostri mogli», spiegano. Nessun timore, però, per la «concorrenza» dei giocatori. «Abbiamo i bambini che le controllano», spiegano. I giocatori sono arrivati sabato sera e il paese è stato subito invaso da centinaia di tifosi provenienti persino dalla Puglia, dalla Calabria e dalla Sicilia. Tra i fans anche un allenatore: «Sono qui per studiare dal vivo il gioco di mister Del Neri». Ma ci sono anche sostenitori dell’Hellas: «Si vive male, molto male. La nostra fede calcistica è messa a dura prova. Quand’è che se ne vanno?»