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Un centro trasfusionale per oltre 2mila donatori Sangue sicuro con più di centomila controlli virologici l’anno

Investimenti nella sanità ospedaliera

Dopo 25 anni l’ospedale di Desenzano ha finalmente il suo primo, grande centro trasfusionale che servirà anche le strutture di Manerbio e Gavardo. Costato 80 mila euro, con un notevole risparmio di costi grazie all’impiego di maestranze dell’azienda, il centro che è situato al piano terra, è dotato di otto posti letto motorizzati, punti di ristoro, saletta relax e ambulatori. La sua attività, illustrata dal responsabile del servizio dottor Paolo Barziza, riguarda la gestione dei circa 2 mila donatori di sangue dell’Avis che si recano abitualmente per le donazioni. Nel reparto diretto dal primario Pietro Perini, viene inoltre svolta attività di laboratorio d’immunoematologia e di virologia, in stretta collaborazione con il vicino laboratorio di Analisi diretto dal professor Bruno Milanesi. Alla donazione sono collegate le attività di trattamento del sangue intero e la plasmaferesi. Il laboratorio di immunoematologia si occupa del gruppo sanguigno e di tutte le prove di compatibilità per i ricoveri, mentre il servizio di virologia in quello della ricerca di epatite B e C, sifilide, HIV. «Il servizio interessa l’intera azienda – ricorda Barziza – dove in un anno sono trattati circa 8 mila gruppi sanguigni, sui quali sono effettuate circa 4 mila prove crociate. Si sono svolte almeno 30 mila prove sulla sifilide, 45 mila per l’HIV ed altrettante per l’epatite C, 30 mila per quella B». Grazie ad un collegamento online con gli ospedali di Gavardo e Manerbio gli esiti di questa massa di analisi sono pronti nella stessa giornata. Il centro di Desenzano collabora, inoltre, con gli Spedali Civili di Brescia. «Il nostro centro – prosegue Barziza – consegna al trasfusionale di Brescia circa 2.500 sacche ematiche l’anno, che sono utilizzate particolarmente nella pediatria oncologica. Ospitiamo poi i donatori della Valtenesi, Lonato e Bedizzole che prima si dovevano recare in luoghi non proprio idonei. Oggi, invece, possono rivolgersi ad un ospedale attrezzato e con garanzie di maggior sicurezza». Il sangue raccolto viene poi consegnato agli Spedali Civili insieme al sangue in eccedenza per evitare che vada disperso. Spiega ulteriormente il sanitario: «Il sangue ha una scadenza, può accadere quindi che una richiesta fattaci da un reparto nel corso della giornata possa rivelarsi in seguito non necessaria. Quando questo succede cerchiamo di fornire il sangue ad altri ospedali oppure dobbiamo eliminarlo. Ma, grazie ad una sempre migliore organizzazione del servizio, siamo riusciti ad abbattere del 50% lo spreco di sangue scaduto».

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