È bufera tra il personale medico dell’ospedale di Desenzano e la dirigenza dell’azienda ospedaliera. La denuncia dei medici secondari, racchiusa in una lettera-appello che verrà trasmessa alla Regione Lombardia, parla di «assenza di colloquio con la dirigenza ed un eccesso di burocrazia come i principali ostacoli ad un dialogo che portano ad un clima di conflittualità attualmente in progressivo, quotidiano e preoccupante incremento».Quasi sessanta sanitari, su iniziativa della Cisl e Cgil, si sono dati appuntamento nell’aula magna del Montecroce nel corso della quale i medici di I° livello hanno espresso «unanime e profondo disagio in cui da anni si trovano ad operare, disagio causato innanzitutto dalla totale assenza, da parte della dirigenza dell’azienda ospedaliera, di riconoscimento e quindi di valorizzazione della loro professionalità e di un dialogo costruttivo».Secondo i medici, tale situazione starebbe portando non solo alla demotivazione professionale, ma soprattutto causa una preoccupazione per il futuro del presidio di Montecroce e, in particolare, di reparti tradizionalmente caratterizzati da alta professionalità come la «Chirurgia attualmente di fatto smembrata – così scrivono i medici – l’oculistica, la nefrologia, la pneumologia, la cardiologia…».L’iniziativa dei medici, anche se sostenuta dalle due sigle sindacali, non ha precedenti nella storia del più importante polo ospedaliero del lago di Garda, oltre 370 posti letto e più di 400 dipendenti.Desenzano fa parte, unitamente agli ospedali di Gavardo e Manerbio, dell’azienda ospedaliera di Desenzano, diretta da Mauro Borelli (direttore amministrativo è Adriano Vaini, quello sanitario Lucio Dalfini). La polemica è nei loro confronti.È emerso «il profondo disagio dei medici per l’assenza di comunicazione con la dirigenza aziendale e il progressivo spostamento, sia numerico che decisionale, dal comparto sanitario a quello amministrativo, il cui impegno prevalente appare limitato all’introduzione di quotidiane norme burocratiche aggiuntive e in operazioni di facciata, senza che i medici secondari vengano coinvolti nelle decisioni organizzative e programmatorie, decisioni cui chiedono di partecipare nella convinzione di poter dare, grazie alla loro esperienza e professionalità, apporti positivi».E ancora, i medici presenti hanno concordato sulla necessità di affrontare «i veri problemi di sviluppo dell’ospedale e di migliorarne la qualità, sottolineando che la qualità certificata sulla carta poco o nulla ha a che fare con la qualità vera, che si ottiene innanzi tutto coinvolgendo, motivando e gratificando il personale sanitario».Ma i sanitari presenti all’affollato incontro hanno anzi tutta la volontà di ricostruire un rapporto che si è sfilacciato. «Nutriamo la speranza – dicono infatti i firmatari della lettera – di ricostruire il dialogo fra medici secondari e direzione, convinti che solo la comunicazione possa ridurre il clima di conflittualità perenne». A chiudere il cerchio c’è infine la cronica carenza di organico.
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Presa di posizione senza precedenti contro l’Azienda ospedaliera