giovedì, Maggio 2, 2024
HomeCulturaLa santità del Beato Andrea Grego
Dalla rubrica Personaggi del Garda, del mensile Gienne di novembre.

La santità del Beato Andrea Grego

Andrea Grego, sacerdote domenicano, nacque a Peschiera del Garda nel 1400 e fin da giovane ebbe tendenza per l’ascetismo e la preghiera.

Entrò nell’ordine Domenicano a Brescia e fu poi discepolo del beato Antonio della Chiesa nel convento di San Marco a Firenze.

Terminato il periodo di formazione venne destinato in Valtellina per contrastare i movimenti ereticali che vi si stavano insediando. Qui egli fu il vero frate predicatore, tutto consacrato al bene delle anime e alle opere a favore della povera popolazione, alla quale dedicò ogni sua energia, tanto che il suo amore e la sua virtù gli valsero l’appellativo di “Apostolo della Valtellina”.

Trascorse una vita di penitenza, di preghiera e di predicazione tra il popolo. Non solo contribuì al rifiorimento della vita del suo ordine, ma fu un vero baluardo contro l’eresia. Creò nuove parrocchie e fondò monasteri, e dopo 45 anni di durissimo ministero morì  a Morbegno il 18 gennaio 1485, nel convento che egli vi aveva fondato.

Venne sepolto a Morbegno,  dove ancora oggi è molto venerato e sue reliquie vennero date alla parrocchia di Peschiera e al santuario del Frassino. Papa Pio VII il 26 settembre 1820 ne confermò il culto.

Questa la vita come, secondo le biografie dei santi e dei beati, ma il popolo si impadronì ben presto delle sue vicende terrene e creò attorno a esse un alone di leggende che servivano a soddisfare il bisogno di sacro e di prodigioso che il popolo richiedeva ai suoi personaggi.

Così, in una narrazione da me raccolta circa mezzo secolo fa da un contadino arilicense, il Beato da giovane  non si trovava bene nella sua Peschiera natale, dove era schernito dagli abitanti. Allora scendeva sulla riva del lago, si toglieva la mantellina dalle spalle, la appoggiava sulle acque; questa galleggiava “come un sandolin” e su di essa egli arrivò fino a Salò.

Là, si presentò al parroco e si offrì per fare umili servigi. Poi, discutendo di argomenti religiosi col parroco, questi notò che il giovane ne sapeva più di lui e lo volle sempre alla sua mensa.

Aveva lasciato alla sua mamma un ramoscello secco e le aveva detto: “Mamma, quando questo ramoscello metterà le foglie io sarò morto. Un giorno di settembre mentre i sacrestani e i preti erano in giro per  la questua dell’uva, le campane di Peschiera si misero a suonare da sole e la mamma guardò il ramoscello e vide che erano spuntate delle verdi fronde.

Allora tutti seppero che Andrea è morto. Gli abitanti di Peschiera addobbarono una barca e vollero andare a Salò a prendere il corpo di Andrea.

La barca arrivò fino quasi a riva, ma  non riuscirono a farla giungere sulla spiaggia nonostante tutti i loro sforzi. Allora un altro giorno il parroco e i religiosi di Peschiera andarono a Salò e chiesero al parroco il corpo di Andrea, ma questi non vollero darglielo e gli concessero  solo un dito come reliquia. Nel 1814 la polveriera di Peschiera si incendiò, ma per intercessione di Andrea invocato dal parroco e dei parrocchiani il fuoco si estinse.

Si vede come i fatti storici sono stati adattati per creare un’atmosfera di prodigi. La morte del Beato non fu in settembre, ma in gennaio e l’esplosione della polveriera di Peschiera non fu nel 1814, bensì nel 1848, nel corso di una delle guerre risorgimentali. Nella ricostruzione fantasiosa della narrazione popolare vengono inseriti motivi miracolosi cari al popolo. per infiorare una biografia che altrimenti sarebbe molto meno elaborata e nel contempo avrebbe minori elementi taumaturgici che sono quelli che dimostrano al popolo la santità del Beato Andrea Grego.

Giorgio Maria Cambié

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video