venerdì, Giugno 2, 2023
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La siccità mette a rischio i laghi lombardi, ma il Garda resiste

La scar­sità di pre­cip­i­tazioni degli ulti­mi mesi ha ridot­to dras­ti­ca­mente le ris­erve idriche dei baci­ni lom­bar­di, che mostra­no un deficit del 55% rispet­to alla media stor­i­ca. La Regione ha con­vo­ca­to un tavo­lo per­ma­nente per l’u­ti­liz­zo del­la risor­sa idri­ca e ha chiesto ai gestori idroelet­tri­ci e agli enti rego­la­tori dei gran­di laghi di trat­tenere acqua il più pos­si­bile.

Tra i laghi più col­pi­ti dal­la crisi idri­ca ci sono il Mag­giore, il Como, l’Iseo e l’Idro, che pre­sen­tano liv­el­li di riem­pi­men­to molto bassi, tra il 5% e il 30%. L’u­ni­co che sem­bra tenere bene è il Gar­da, che oggi è a +105 cm sopra lo zero idro­met­ri­co e ha un liv­el­lo di riem­pi­men­to dell’80%.

Il Gar­da è infat­ti ali­men­ta­to da numerosi afflu­en­ti che proven­gono dalle Alpi e dalle Pre­alpi e che ben­e­fi­ciano delle nevi­cate inver­nali. Quest’an­no la quan­tità di neve cadu­ta è sta­ta leg­ger­mente supe­ri­ore allo scor­so anno (+31%), ma non suf­fi­ciente a com­pen­sare la man­can­za di piog­gia.

Il Gar­da è anche il più grande lago ital­iano per super­fi­cie e vol­ume ed ha quin­di una mag­giore capac­ità di con­ser­vare l’ac­qua. Inoltre, essendo divi­so tra tre regioni (Lom­bar­dia, Vene­to e Trenti­no-Alto Adi­ge), è sogget­to a una ges­tione con­di­visa tra diver­si enti che ne regolano le erogazioni negli emis­sari.

La situ­azione del Gar­da però non deve far abbas­sare la guardia: la sic­c­ità è un fenom­e­no sem­pre più fre­quente e grave a causa dei cam­bi­a­men­ti cli­mati­ci e richiede inter­ven­ti strut­turali per garan­tire la sicurez­za idri­ca del ter­ri­to­rio e la sal­va­guardia del­l’am­bi­ente.

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