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Piccola, graziosa e cosmopolita «Arco visitata da turisti di quaranta nazioni»

Mezzo mondo all’ombra del castello

Il turismo ad Arco va bene ed è in crescita. Parola del presidente dell’Assocentro, Bruno Lunelli. Il suo «termometro» è un semplice quadernetto in cui annota gli indirizzi dei turisti che fanno acquisti nei suoi due negozi di via Segantini. E’ per gli auguri di Natale, che puntualmente invia a tutti con un bigliettino ricordo di Arco. Nel ’99 le missive hanno raggiunto 40 nazioni dei cinque continenti. Quest’anno Lunelli pensa di battere il suo invidiabile record.«La mia iniziativa è un po’ originale e mi rendo conto che a qualcuno potrà sembrare alquanto strana come veicolo promozionale. Però dimostra innazittutto che la notorietà della nostra città ha raggiunto livelli impensabili – commenta soddisfatto l’ecclettico responsabile dei commercianti del centro storico – merito anche di un numero sempre maggiore di turisti che hanno lo sfizio di girare il mondo attirati da qualche avvenimento. Ad esempio, per praticare l’arrampicata sportiva dalle nostre parti o per assistere al Rock Master ho avuto nel mio negozio, citando a caso, giapponesi, islandesi, finlandesi, neozelandesi ed altri appassionati di numerose nazioni. Non si contano i turisti itineranti, con una fetta di statunitensi e di altri paesi americani. Nell’immancabile puntatina sul Garda, Arco è diventata una sosta obbligata. A forza di reclamizzare il clima mediterraneo con il castello ed il parco, i risultati stanno arrivando».Lunelli rammenta l’altro inesauribile serbatoio di presenze che sono le interminabili schiere di villeggianti sulle rive del Garda. «Arrivano in città tutti i giorni, quando per il maltempo disertano le spiagge, fanno il pienone come a Ferragosto nelle nostre vie – prosegue soddisfatto il presidente dell’Assocentro -. Vengono volentieri perchè Arco possiede quel tocco trentino, da paese, che mette a proprio agio i visitatori e che è assai diverso dall’ambiente gardesano. La Busa turisticamente è già unita, merito, anche se può sembrare un controsenso, delle diversità dei tre principali comuni». Dopo uno sguardo oltre l’orizzonte con la speranza che tramite gli auguri natalizi tornino ad Arco i visitatori annotati nel voluminoso quadernetto «termometro», Bruno Lunelli s’infervora nell’illustrare le «ultimissime» della situazione turistica. Per esempio, si stanno ingrossando le file degli inglesi. «L’unico problema è che per farci capire dovremo organizzare tra commercianti un corso di inglese – puntualizza la guida dell’Assocentro -. Non è vero poi che gli arrampicatori ed i bikers siano di serie B. Tutt’altro, economicamente la loro presenza si sente, eccome, anche perché arrivano da marzo e novembre. Sono lontani i tempi di quando mia madre, negli anni ’60, aveva un’osteria nel centro storico. Allora la stagione durava appena una quarantina di giorni grazie ai parenti dei ricoverati nei sanatori e ai primi olandesi». Ora, il quadernetto «termometro» dimostra che si è voltata pagina.

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