giovedì, Maggio 2, 2024
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Protesta dei produttori: a San Zeno di Montagna non c’è modo di installare gli impianti. Lo Stato li finanzia ma i regolamenti edilizi li bocciano: «Sono brutti»

Ostacoli per i pannelli solari

L’Assolterm, l’associazione italiana solare termico, protesta contro i Comuni che non permettono l’installazione di pannelli solari a circolazione naturale per la produzione di acqua calda sui tetti delle case. Giorgio Tarallo, delegato per il nord Italia dell’associazione che raggruppa i produttori e installatori di impianti di energia solare-termica, e l’ingegner Roberto Favot, spiegano: «Il protocollo di Kyoto, al quale ha aderito anche l’Italia, prevede che entro il 2012 siano ridotte le emissioni di anidride carbonica del 6,5 per cento. L’Italia quindi deve adeguarsi alle linee di politica europea sul risparmio energetico. Ha già recepito molte normative e il 19 febbraio il Governo ha emesso il pacchetto di agevolazioni sul risparmio energetico. Nel 2008 i nuovi edifici dovranno avere la predisposizione obbligatoria degli impianti solari-termici».«La questione ambientale è quindi legata agli impianti», sottolinea Tarallo, «ma ci troviamo di fronte a un paradosso: molti Comuni non consentono l’installazione degli impianti perché sarebbero di impatto paesaggistico ed esteticamente non piacciono». Ma andiamo per ordine: l’Assolterm ha sollevato la questione dopo aver rilevato l’impossibilità da parte di un’ azienda associata di montare gli impianti a San Zeno di Montagna «Perché», spiegano i dirigenti, «per procedere all’installazione, sopratutto ora che il Governo ha stabilito un contributo del 55 per cento sul costo degli impianti, bisogna avere l’autorizzazione da parte dei Comuni». «L’autorizzazione», proseguono i referenti dell’Assolterm, «può consistere in una semplice Dia (dichiarazione di inizio attività), mentre per le zone soggette a vincolo paesaggistico e tutela idrogeologica, l’autorizzazione (seppure da poco introdotta anche per via semplificata), è rilasciata dagli uffici tecnici o dalle commissioni edilizie, che il più delle volte danno un parere negativo o prescrizioni che non consentono l’installazione. Poi il parere passa alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, che entro 30 giorni si pronuncia, altrimenti entro 60 giorni c’è il silenzio-assenso».«Il problema», spiega Tarallo, «è che le autorizzazioni spesso vengono approvate su giudizi estetici personali: non ci piacciono, ci dicono i Comuni, rifacendosi a regolamenti edilizi vecchi di decenni che non si adeguano al progresso della tecnica, sopratutto per il solare-termico che in Germania e Spagna sono in espansione. È un problema specifico per ogni Comune; alcuni non hanno cambiato il regolamento edilizio, altri stanziano soldi per chi vuole installare gli impianti. Si hanno così discriminazioni tra persone che hanno le case magari a 10 metri di distanza, sul confine». «Così i cittadini», precisa Assolterm, «che vogliono adeguarsi a uno stile di vita ecologico, di fronte ad attese di due anni per l’autorizzazione li montano abusivamente». «Il mondo e lo Stato italiano chiedono di agire per risolvere il problema dell’inquinamento del pianeta, fanno leggi che aiutano economicamente i cittadini a rendersi partecipi al risparmio energetico e poi viene bloccata l’installazione degli impianti da uffici tecnici o commissioni edilizie. È un’assurdità», protestano i dirigenti, «ma non è solo San Zeno che non permette gli impianti sui tetti, in Veneto sono in molti e nel veronese Negrar, Sona e Castelnuovo. È un paradosso, perché sui tetti ci sono antenne paraboliche e macchine per i condizionatori d’aria che non richiedono autorizzazione alcuna».Tarallo aggiunge: «Abbiamo un problema con un privato che non riesce ad avere l’autorizzazione mentre dietro il suo tetto c’è un’enorme antenna per la telefonia mobile, approvata dall’amministrazione con tutto l’impatto paesaggistico che determina. Abbiamo ricevuto proteste da tanti cittadini che aspettano da mesi di installare gli impianti e sono tutti arrabbiati».Altro passo indietro: il problema esiste, racconta Tarallo, «Solo per l’installazione degli impianti solari-termici a circolazione naturale, che sono quelli che noi preferiamo e i più richiesti, perché appunto completamente naturali e che non consumano energia elettrica. Applicano un meccanismo di scambio termico basato sulla convezione: un fluido caldo va verso l’alto in modo naturale, basta che si alzi la temperatura di un grado e si mette in moto il circolo di acqua calda». Favot precisa: «Questo sistema, però, per funzionare ha bisogno di un serbatoio o boiler per contenere l’acqua, che deve necessariamente essere posto in alto sopra i pannelli solari per attivare la circolazione naturale. I Comuni ci chiedono di mettere i serbatoi sotto i tetti, ma non è possibile nel 60-70 per cento dei casi, allora come facciamo ad installarli? Abbiamo provato a sensibilizzare gli uffici, abbiamo proposto soluzioni con la mimetizzazione dei boiler, ma non abbiamo ancora ricevuto risposte. Intanto, con l’introduzione del 55 per cento di rimborso statale, le domande stanno crescendo moltissimo».

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