venerdì, Maggio 3, 2024
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Graziella Benini, presidente della Casa di soggiorno, ha sottoposto alla provincia una proposta globale di riutilizzo. Con gli ammalati di Alzheimer, centri diurni, sollievo e terminali

Per gli anziani tutto il vecchio ospedale

Le proiezioni statistiche dicono che nel C9 al 31 dicembre 2000 le persone con più di 75 anni erano 3427: saliranno a 4533 (più 32,27%) nel 2010, a 2190 (più 63,90%) nel 2020 e a 7149 (più 108,61%) nel 2030. Il dato serve solo per dire che il pianeta anziani continuerà a creare problemi sempre più gravi, visto che allungamento della vita significa anche debilitazione, malattie, handicap. Di fronte al calo della capacità assistenziale delle famiglie, cresce la pressione sul pubblico: il livello di civiltà d’una comunità si misura anche sulla decisione di occuparsi della porzione più fragile degli anziani.Graziella Benini, presidente della Casa di soggiorno per anziani, ha firmato già nel luglio scorso una proposta alla provincia di riutilizzo del vecchio ospedale di largo Inviolata, una volta che i reparti saranno trasferiti nel monoblocco arcense. La creazione d’un reparto Alzheimer da affiancare alla casa di Riposo risale al ’95 ed è già stata accolta e finanziata dalla provincia, anche se non è mai stata realizzata per i tempi eterni della costruzione dell’ospedale nuovo. Ora, davanti alla pressione dei bisogni, il progetto è cresciuto fino a prevedere un utilizzo dell’intero complesso. Il padiglione che attualmente ospita le degenze di chirurgia, in posizione decentrata rispetto all’ospedale ma centrale rispetto a casa di riposo e distretto sanitario, verrebbe destinato a struttura logistica e di supporto: nuova portinera, uffici amministrativi, direzionali ed economali che scoppiano nell’edificio di via Ardaro, non possono essere ampliati, e, spostati, consentirebbero di liberare spazi vitali per il servizio animazione ed il centro diurno (in attività dal 1995, accoglie dalle 8 alle 19, in convenzione col C9, anche nelle giornate festive, anziani non autosufficienti, assicurando anche pasti e trasporti). Nella chirurgia dovrebbero trovar posto 20 letti per degenti con alto fabbisogno assistenziale per deteriorsamento mentale. Accoglierebbero persone già ricoverate nella Rsa, liberando spazi per una migliore vivibilità. Previsto anche un centro diurno per dementi ed Alzheimer. Nel padiglione dell’ostetricia, andrebbero servizi di accoglienza temporanea, di sollievo e tregua, per 10 posti letto (il servizio è già attivo, per anziani lasciati per brevi periodi -massimo 2 mesi- nella struttura pubblica). La recetttività della Rsa verrebnbe aumentata di 25 posti letto permettendo di eliminare nell’edificio esistente (che scenderebbe a 65 posti) le stanze a 3 0 4 letti. Possibile anche l’organizzazione di alcuni posti (massimo 4 o 5 stanze) per l’assistenza a persone affette da neoplasia in fase terminale e bisognosi di cure palliative. Nel progetto entra anche il «Sacro monte», quell’edificio isolato lungo il viottolo che sale in via Negrelli, da cui ricavare alloggi protetti per l’accoglienza di adulti portatori di handicap. A tutt’oggi le domande da evadere per alloggi protetti sono una ventina. La capienza complessiva salirebbe a 120 posti letto: 65 nell’esistente, 20 nel padiglione dementi ed Alzheimer, 35 fra sollievo e recupero. La Casa di soggiorno è pronta a partire.

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