martedì, Aprile 30, 2024
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Storico incontro tra la città che ha diffuso da quindici edizioni il rosso in tutto il mondo e Peschiera

Per la prima volta si sfidano due vini, Novello e Superiore

A confronto diretto per la prima volta due generosi vini rossi della stessa matrice: Bardolino Novello doc e Bardolino Superiore docg. Per entrambi una grande festa divisa però equamente fra Bardolino, città del vino per antonomasia, e Peschiera assurta da poco tempo a «fortezza enoica». Quindi una «matrigna» Bardolino che dopo quindici edizioni concede il figlio ormai adulto Novello alla consorella Peschiera impegnata a dedicargli un festival con ospiti i Novelli provenienti anche dal Bresciano e dal Mantovano, oltre che dalla Valdadige-Terra dei Forti. Bardolino invece sarà principalmente occupata a tenere a battesimo l’ultimo arrivato della tipologia dei rossi figli delle stesse nutrici, principali: Corvina, Rondinella, Molinara e Negrara. Si tratta di quel Superiore, non più proprio e giovanissimo in quanto nato come vino lo scorso anno, ma con tanto di collare simbolo non solo di nobile origine controllata ma anche garantita. Primo ed unico rosso di ben quattro regioni vitivinicole come Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna, a fregiarsi di un riconoscimento che va a premiare l’originalità ecologica dell’ambiente gardesano e la sua vocazione vinicola che si perde nella notte dei tempi. Vocazione rafforzata e che si evolve di continuo attraverso il lavoro agricolo di scelta e selezione di varietà locali; l’attenzione o il rigore professionale in vigna e in cantina; la ricerca enologica volta a conservare e far risaltare le potenzialità insite nelle uve, affinché si trasferiscono al meglio nel vino. Il risultato? Un vino importante non solo bevanda per le occasioni ma soprattutto per il piacere del bere. E le aziende che si sono impegnate a produrre Bardolino Superiore docg vendemmia 2001, oltre una trentina, hanno lavorato con grande cura consapevoli che per corrispondere alle aspettative e al piacere dei consumatori era indispensabile ottenere un preciso equilibrio tra il peso dell’uva e superficie di foglie esposte al sole attraverso una combinata scelta di terreni a bassa fertilità, una densità sufficiente di piante per ettaro, una potatura adatta dei ceppi che lasci il numero giusto di gemme per ettaro. Una produzione massima di uva non superiore a 90 quintali per ettato di vigneto a cultura specializzata e resa massima di uva in vino non superiore al 70 per cento. E al Bardolino Superiore il riconoscimento docg è arrivato dopo cinque anni di sperimentazione da parte del consorzio tutela e con i produttori quindi impegnati nel progetto di ottimazione della viticoltura. L’obiettivo così raggiunto assume un ruolo di sviluppo per tutto il comprensorio benacense frutto dell’iniziativa lungimirante degli agricoltori locali.

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