venerdì, Maggio 3, 2024
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Entro la fine dell’anno sarà di nuovo a disposizione del pubblico il ricco patrimonio artistico. A Villa Mirabella si trasferirà anche la Comunità del Garda

Riaprirà il museo Sciltian

Entro quest’anno riaprirà il Museo Sciltian a piano terra della Villa Mirabella del Vittoriale, smantellato nel 1997. L’opportunità di recuperare l’ingente patrimonio artistico, antico e moderno, donato alla Fondazione dalla vedova dell’artista nel 1988 si deve alla Comunità del Garda che trasferirà la propria sede dall’attuale edificio di Via Roma 8 ai piani superiori della Mirabella.Il presidente Aventino Frau si è impegnato, infatti, a provvedere alla custodia del museo e alla sua apertura quotidiana, oltre che alla manutenzione ordinaria dell’immobile, in cambio dell’affitto della nuova sede.Gli accordi tra la Fondazione e la Comunità sono attualmente in fase di perfezionamento. Quindi si provvederà alla sistemazione della villa e all’augurabile rientro dei quadri antichi (Pitocchetto, Cifrondi, eccetera) che erano stati affidati in comodato ai Musei bresciani e per la cui conservazione in ambito gardonese era stata sottoscritta nel 1998 una petizione popolare da 186 cittadini.La necessità di trasferire la sede (provvisoriamente si spera) dall’attuale piccolo centro di servizi di Via Roma, dove si trovano anche la banca e gli uffici postali, è dovuta all’inagibilità dell’immobile di proprietà comunale. La struttura, infatti, necessita degli adeguamenti di sicurezza, indispensabili per ospitare uffici pubblici. L’Amministrazione comunale dovrà quindi provvedere alle opere ormai indilazionabili e si auspica che la Comunità possa successivamente tornare ad occupare gli attuali locali più centrali e comodi per il pubblico rispetto alla decentrata Villa Mirabella. Il previsto trasferimento pone anche fine alle voci che volevano «l’emigrazione» della Comunità in altro centro gardesano.Quanto alla riapertura più volte auspicata del Museo Sciltian costituirà non solo un ulteriore motivo di richiamo per gli amatori d’arte ma anche la giusta memoria di un artista assai legato a Gardone Riviera al pari di altri, fra cui, in particolare, il celebre scultore Francesco Messina.Gregorio Sciltian, pittore di origine armena naturalizzato italiano, nacque a Rostov sul Don il 20 agosto del 1900. Dopo gli studi classici a Mosca si trasferì diciannovenne a Vienna nel 1919, e s’iscrisse all’Accademia di Belle arti subendo l’influenza dei cubisti, come si rileva dalla tela «Donna alla finestra» del 1916, che sarà esposta al Museo di Villa Mirabella al Vittoriale. Nel 1923 raggiunse l’Italia e la sua presenza fu segnalata nel 1926 da Roberto Longhi, cercatore di caravaggeschi, che subito annotò l’essenziale dato formale della sua pittura. E dopo Longhi, fu Carlo Carrà a rilevarne le ascendenze caravaggesche, una pittura che «non vuol essere né avanguardia, né retroguardia, ma franca e sincera adesione al fatto plastico».A conclusione del ciclo di affermazioni internazionali (Parigi, Bruxelles, Liegi, Berlino, Londra, New York) tornò definitivamente in Italia nel 1932 abitando a Milano in via della Spiga. In quello stesso anno raggiunse il grande successo grazie alla recensione di Ugo Ojetti sul «Corriere della Sera» in seguito alla quale furono venduti tutti i suoi quadri in mostra.Allo scoppio della guerra, nel 1939, trovò rifugio a Morgnaga di Gardone Riviera, in via Premignaga, dove acquistò casa per 90.000 lire, che chiamò Villa Lilly in omaggio alla moglie, diventata l’abitazione primaria per sette anni, per tutto il periodo bellico e per i due anni successivi, anche perché la casa milanese era stata distrutta dalle bombe. A Villa Lilly dipinse alcuni dei suoi quadri più famosi presenti al Museo di Villa Mirabella, fra cui «Il filatelico», «I vagabondi», «Gli sportivi», «Betsabea». Dopo il 1947 tornò a Milano nell’appartamento di via Bigli, angolo via Manzoni.A Morgnaga trascorse, tuttavia, quasi ogni estate sino al 1985, intercalando le vacanze con Venezia, dove ebbe abitazione e studio alla Giudecca di fronte a Palazzo Ducale in cui lavorò ad altre opere, quali «L’eterna illusione» (pure al Museo Sciltian). Da Milano si trasferì successivamente a Roma nella casa del Lungotevere Raffaello Sanzio, dove morì l’1 aprile 1985.La vedova Elena Boberman (figlia di un banchiere, conosciuta da Sciltian nel 1918 a Tbilisi) donò nel 1988 alla Fondazione del Vittoriale degli Italiani 32 quadri della raccolta Sciltian, 16 dello stesso pittore e 16 antichi (fra cui due Pitocchetto, un Cifrondi, due Cipper, un Todeschini, un Sustermans). Successivamente vendette la casa di Morgnaga sulla quale nel 1988 venne posta una lapide a ricordo dell’insigne pittore. I nuovi proprietari, antiquari modenesi, acquistarono poco dopo dalla vedova l’arredo dello studio romano del maestro, ricostruendolo fedelmente a Villa Lilly.Per tutte queste ragioni la riapertura del Museo Sciltian al Vittoriale rappresenta un importante evento non solo per la storia gardonese.

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