Sono ormai in vista del traguardo, i geologi della Provincia che da qualche mese stanno sondando il sottosuolo di S.Giorgio alla ricerca dell’acqua termale. La trivella della ditta Artesia di Verona è giunta a quota -180 metri ossia a soli dieci metri da quella profondità in cui gli esperti trentini ipotizzano possa celarsi la tanto preziosa acqua. Il responso, atteso spasmodicamente da tutti quelli che intravedono nella cosa un potenziale sfruttamento, è previsto per la fine della settimana. Intanto si spegne la polemica sollevata nei giorni scorsi d’alcuni residenti del posto per la fuoriuscita d’acqua dai tombini di via Passirone che si presumeva fosse causata dall’intasamento degli stessi tombini con la terra di risulta dello scavo geologico. «Sono a conoscenza dell’episodio – commenta il geologo della Provincia Ernesto Santuliana – il tutto potrebbe essere riconducibile al fatto che venerdì, prima di chiudere il cantiere, gli operai hanno lavato il piazzale dalla terra e dal fango e posso immaginare che un po’ d’acqua sporca sia finita nei tombini. Poi la pioggia caduta copiosa potrebbe aver fatto il resto. So che sono intervenuti anche i vigili urbani. La terra scavata non è molta e la ditta che si occupa del sondaggio ha l’ordine di gettare il materiale nell’apposito container. Non credo che abbia agito diversamente».
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Per i geologi la trivella è quasi alla profondità in cui si troverebbe la falda
S. Giorgio, l’acqua calda è vicina?
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