mercoledì, Aprile 24, 2024
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Curiosità storiche a ritmo di tango nella locanda dei contrabbandieri. Nell’edificio medievale la storia dei traffici illeciti di biade all’epoca della Serenissima

Scoperta di Imerio Bonato, amante dell’arte e della gastronomia

D’estate sul lago è tutto un succedersi di feste, sagre, spettacoli, concerti. Di tanto in tanto capita di trovarci il pretesto per scoprire luoghi inusuali, inaspettati. Com’è accaduto di recente per un concerto di tango. Poteva essere il solito concertino quello programmato nella campagna di Pozzolengo, a un tiro di schioppo dal Garda, nell’ambito del festival «Non solo musica», promosso dal comune di Ponti sul Mincio. Ma il nome della sede era intrigante: l’antica locanda del contrabbandiere. Se poi ci si mette la sorpresa di trovarci come gestore Imerio Bonato (e il figlio Lorenzo), approfondire è d’obbligo. Perché Bonato è piuttosto noto sul lago, e in particolare nella sua Peschiera. Nel mondo dell’arte, perché è un promoter di iniziative di rilievo, come la personale di Athos Faccincani che si è svolta a Garda. Tra i buongustai, perché una delle scuole di pensiero dei gourmet benacensi gli attribuisce l’invenzione della zuppa di pesce di lago. «In realtà», dice Bonato, «il nome è storico». E tira fuori un documento del 1992 del ministero dei Beni culturali e ambientali contenente una «relazione storico-artistica dell’edificio sito in Pozzolengo via Martelosio di Sopra». Vi si scrive che «è particolarmente importante nel panorama storico minore della zona». E vi si spiega perché: «Denominata casa del contrabbandiere, posta in posizione isolata e defilata, di poco rialzata rispetto alle zone paludose cicostanti, in area ricca di ricetti medioevali e di percorsi sorvegliati, era luogo d’incontro e di rifugio per coloro che dalla Lombardia avevano traffici illegali con le terre dei domini veneti ed è ricordata nella letteratura popolare della zona, che la lega anche al trasporto di merci per via fluviale Mincio-Po». Insomma, un posto che evoca suggestioni antiche. Certificato dalla firma del sovintendente Ruggero Boschi e del sottosegretario Gianfranco Astori. «Quando ho rilevato quest’edificio», racconta Bonato, «non pensavo proprio che avesse una storia del genere». Anche architettonicamente è interessante. «L’architettura è conservata nelle sue stratificazioni più lontane, mostrando un impianto medioevale con trasformazioni quattrocentesche», afferma ancora la relazione ministeriale. Ci voleva dunque un veronese amante dell’arte e della buona tavola come Imerio Bonato per darle nuova vita. Riscoprendo uno dei luoghi di rifugio del contrabbando gardesano. Già, ma cosa si contrabbandava sul lago? Di tutto un po’, probabilmente, nelle antiche paludi della Lugana. Ma in epoca veneziana sorattutto granaglie. Il mercato di Desenzano aveva il monopolio del commercio delle biade, da cui Venezia traeva ottimi guadagni. Ma sul Garda agivano vere e proprie flotte di navi dedite al contrabbando di grani fra Desenzano e il Tirolo. Inutilmente la Serenissima aveva armato una flottiglia a disposizione del Capitano del lago. Probabilmente, traffici di biade attraversavano anche la Lugana via terra. E uno dei punti di sosta era appunto la «casa del contrabbandiere», nella campagna acquitrinosa alle spalle di Peschiera.

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