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Scoperto il relitto dell’idrovolante di Francesco Agello il FIAT C.29 mm. 129

Presentati stamani a Desenzano del Garda, nella suggestiva Sala Benedetti, i risultati del rinvenimento del relitto dell’idrovolante pilotato da Francesco Agello ed inabissatosi in fase di atterraggio nel lontano 16 luglio del 1929 nelle acque gardesane antistanti l’ex Reparto Alta Velocità.

Una scoperta, casuale, quella effettuata da Nucleo Sommozzatori dei Volontari del Garda, che riporta d’attualità quella che fu l'”Epopea dell’Alta velocità” per idrovolanti dell’aeronautica militare Italiana e che ha visto, purtroppo, la perdita di numerosi giovani piloti fra cui lo stesso Agello detentore del primato mondiale di velocità mai superato di 709,209 Km/ora

Il 21 Febbraio del 2016 l’imbarcazione da ricerca Volga 2026 del Gruppo Volontari del Garda era impegnata nelle ricerche estese di un apneista disperso dal mese di Gennaio.

La zona era quella del golfo di Desenzano dove era stata ritrovata la boa di segnalazione del disperso. Sul tracciato sonar dell’imbarcazione apparve una sagoma che era senza dubbio di fabbricazione umana e la successiva ispezione visiva con il robot subacqueo filoguidato (ROV) evidenziò che si trattava dei resti di un velivolo di colore rosso, infisso quasi verticalmente nel fondale con la propria coda ai suoi piedi ed un inconfondibile stemma del ventennio sulla fiancata.

Dopo la denuncia del ritrovamento alle autorità competenti (Soprintendenza Archeologia, Soprintendenza Beni Ambientali, Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e Guardia Costiera) il Nucleo Sommozzatori del GVG ha interessato in maniera anonima e riservata alcuni esperti del settore per il riconoscimento del velivolo.

Le prime immagini girate non erano di grande qualità e non inquadravano soprattutto la porzione di coda che avrebbe poi confermato in modo assoluto l’identificazione ma ugualmente, soprattutto per l’apporto dell’associazione Archeologi dell’Aria, i resti vennero catalogati come quelli appartenenti ad un FIAT C.29. Una successiva ispezione visiva permise di individuare sui resti della coda la scritta “C.29” e “129”, attribuendo quindi con certezza assoluta la provenienza del relitto.

Da diversi mesi il Gruppo Volontari del Garda collabora con l’associazione Atena CuMaNa, che ricopre un ruolo pratico ed operativo di grande importanza nella tutela dei relitti storici sommersi dei nostri mari. Grazie a questi contatti da tempo sono in corso progetti con la Soprintendenza Archeologia di Brescia per sviluppare una collaborazione operativa sui ritrovamenti storici ed archeologici nel Lago di Garda che si dovrebbero concretizzare con un protocollo nei prossimi mesi. A questo punto, in accordo con la Soprintendenza Archeologia della Lombardia, si è deciso di procedere con la diffusione della notizia del ritrovamento senza però ovviamente dare informazioni sulla profondità e sulla posizione dei resti, in modo da ottenere fin da subito un livello di tutela elevato ed evitare episodi di depredazione o pericolose immersioni per visitare il relitto.

Anche il Comune di Desenzano, coinvolto nella gestione del ritrovamento, ha accolto entusiasticamente la notizia attivandosi per mettera a disposizione le strutture per la presentazione alla stampa ed al pubblico della scoperta. Il futuro di questi resti è ora affidato alle istituzioni preposte. Ad oggi, visto il breve periodo intercorso dal ritrovamento, non esistono ancora ipotesi su come procedere per la sua valorizzazione.

Gruppo Volontari del Garda Nucleo Sommozzatori

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