venerdì, Aprile 19, 2024
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Il problema è l’orario: «Si fa tardi e al mattino presto c’è il municipio...»

Sindaco pianista sulle note di Lucio Battisti

La foto con Maurizio Vandelli ce l’ha in mostra alle spalle della poltrona, in municipio. Ma non per ricordare il successo del concerto che l’ex leader dell’Equipe 84 tenne la scorsa estate sul lungolago. Per Davide Bendinelli, giovane sindaco di Garda e assessore provinciale al Turismo, quello scatto significa essere stato accanto a uno dei suoi miti. Perché lui è appassionato di musica leggera. E le suona anche, le canzonette. Finché non aveva incarichi pubblici nel suo paese, la sera cantava nei piano bar di Garda. Da quando però s’è messo la fascia tricolore s’è trasferito nei night di Verona: il venerdì e il sabato notte lo si può ascoltare al Madonna Verona, noto locale della città vecchia poco lontano dai Palazzi Scaligeri nei quali ha l’ufficio di amministratore della Provincia, eppure defilato quel che basta per non suscitare clamore. Ma poi i colleghi finiscono per farsi coinvolgere, e allora ad ascoltarlo ci sono passati un po’ tutti, dai più trasgressivi, come l’assessore alla Viabilità Gilberto Pozzani, agli insospettabili, come il presidente Aleardo Merlin, il suo vice Antonio Pastorello e perfino l’assessore alla Cultura Adimaro Moretti degli Adimari. C’è chi ha visto anche il vicepresidente del Consiglio regionale Angelo Fiorin. «Be’, sì, la musica è una grande passione. Si fa fatica a star lontani dal piano e dal microfono», ammette Bendinelli, il più musicofilo dei politici veronesi. A suonare ha cominciato che aveva appena sette anni. Andava alla scuola di musica che c’era allora a Garda, intitolata al conte Carlo degli Albertini e diretta da Giusy Rossi, la moglie del suo attuale vicesindaco. «Però», ammette «lo studio del pianoforte non l’ho preso seriamente. Anzi, un po’ mi infastidiva, perché i miei amici andavano a giocare a pallone, e io dovevo rinunciare per fare esercizio». Dopo un quadriennio la decisione: basta solfeggio. Solo attorno ai diciott’anni ecco riaffiorare la tentazione. «Ho ripreso da solo. Man mano che sentivo canzoni che mi dicevano qualcosa, le imparavo». Vennero anche i primi ingaggi, che per uno studente erano importanti: garantivano l’indipendenza. Dal 1996 il Can e Gato, dal 1999 il Calvin’s, due locali di Garda. Poi le elezioni, e addio serate. «Per fortuna», racconta Davide Bendinelli, «ho incontrato Luisa e gli altri amici del Madonna Verona. Ci sono andato una sera e ho suonicchiato una canzone. Mi hanno chiesto se potevo sostituire il pianista il giorno dopo e ho accettato, giusto per divertirmi. Non ho più smesso: adesso sono due anni che passo lì i fine settimana». Di canzoni, Bendinelli ne ha in repertorio qualche centinaio. Le sue preferite sono «My way» di Frank Sinatra e un brano semisconosciuto di Edoardo Vianello, «O mio Signore». «La prima è un capolavoro, l’altra mi piace perché la sento molto mia», spiega il sindaco pianista. Nella top 10 della sua personale hit parade ci sono anche «Luci a San Siro» di Roberto Vecchioni, «L’ora dell’amore» dei Camaleonti, «Gli occhi belli dell’amore» di Renato dei Profeti, «Anche per te» di Lucio Battisti, «Bocca di Rosa» di Frabrizio De Andrè: molti anni Sessanta-Settanta, insomma, ed è curioso, per uno che quando uscivano quelle canzoni non era forse neanche nato, oppure al massimo era sul passeggino. «Battisti ed Elton John», dice, «in assoluto credo siano gli artisti che interpreto di più. Elton John sono andato a vederlo in dicembre a Milano: è straordinario. Ma amo molto anche Paolo Conte». Il problema è trovare il tempo di allenarsi sulle tastiere. «Tante volte», confessa, «mi trovo a trascrivere in fretta un pezzo che ho sentito alla radio, e poi lo suono la sera. Non ho gli spartiti di tutti i brani che interpreto». L’altro limite è l’orario. Si comincia alle dieci e mezza di sera, si finisce verso le due, si va a letto che sono le tre passate: vita da nottambulo, e la mattina c’è il municipio che aspetta, o il convegno, o la riunione di partito. Ma lui la prende con filosofia: «Che volete, è una passione. Così la fatica pesa meno…».

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