La legge è del 2004 e prescrive ai Comuni di interessarsi e mettere a disposizione di studiosi e studenti la memoria storica del proprio territorio. Tradotto: gli archivi vanno riordinati e inventariati, per essere accessibili a chi ne fa richiesta. Invece, sostiene la dottoressa Bezzi, della Soprintendenza ai Beni Archivistici della Lombardia «in tante realtà emerge la trascuratezza e il disinteresse da parte delle amministrazioni, con documenti accatastati in sedi non idonee, topi o altri animali a farla da padrone. Situazioni di grande squallore e scarsa sensibilità anche per la semplice conservazione e la tutela». L’inventariazione, auspicata, può avvenire in seguito, ma bisogna almeno preservare i documenti: questa è l’invocazione. Il sollecito di Bezzi è diretto ad alcune realtà altogardesane, ed è avvenuto in occasione della presentazione del lavoro realizzato a Tignale, dove lo studio Scrinia (Silvia Signori, Sara Cazzoli, Roberta Gallotti e Debora Piroli) ha riordinato e inventariato la documentazione compresa tra il 1332 ed il 1859 (Antico Regime, Periodo Francese, Restaurazione) con un lavoro durato tre anni e che alle casse comunali è costato 60.000 euro. Infatti, ha soggiunto il sindaco Manlio Bonincontri, «nonostante le richieste ai vari enti, abbiamo potuto fare conto solo sulle nostre forze. Ma il risultato è eccellente, al punto che si sta valutando di mettere in rete l’inventario». L’archivio di Tignale, definito dagli esperti «particolarmente pregevole» è ospitato in locali idonei già dal 2005, contiene statuti trecenteschi, antiche pergamene e pochi altri comuni detengono materiale di questa portata. Vincenzo Chimini, presidente della Comunità Montana, si è impegnato a trasmettere l’invito ad interessarsi degli archivi ai sindaci del suo territorio.
Nessun Tag TrovatoIl Comune lamenta la scarsa disponibilità di altri enti