sabato, Luglio 27, 2024
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Trova eco in Senato un progetto del Caneva che coinvolgerebbe il corso d’acqua. I verdi: «Vogliono intubarlo». Il sindaco: «Allarme prematuro»

Sos per il Bosca, l’ultimo torrente

L’allarme arriva dai Verdi: «Attenti, vogliono distruggere l’ultimo torrente del Garda». Si parla del Bosca e «del maxi progetto edilizio in esame alla commissione ediziliza del Comune di Lazise», segnala il senatore Natale Ripamonti (vice presidente del gruppo Verdi Ulivo del Senato), «che prevede la totale cancellazione del corso d’acqua. Una società privata», prosegue l’ambientalista, «chiede di intubarlo dentro orrendi gabbioni di cemento, di deturpare entrambe le pendici boschive con percorsi stradali per turbo-jeep a trazione integrale, di modificare il letto naturale creando bacini e cascate del tutto artificiali. Del parco della Bosca, dopo un intervento così invasivo, non resterebbe più nulla». «E lungo tutto il lago», puntualizza Ripamonti, «se dovesse essere approvata questa nuova sciagurata colata di cemento non rimarrebbe più nessuna testimonianza di quella rete di tanti piccoli affluenti che nei secoli hanno modellato tutta la riviera degli Ulivi». Di più: «Il turismo non giustifica nessuno scempio del genere. Non lasciamo che la miopia e l’egoismo di pochi mettano in pericolo un territorio che è una ricchezza per tutti». Infine, l’accorato appello: «Chiediamo a tutte le autorità competenti (dal Comune alla Provincia alla Regione) di difendere il parco della Bosca da questa aggressione, di verificare sul posto, con immediati sopralluoghi, l’effettivo rispetto dell’ambiente, del paesaggio e dei relativi vincoli urbanistici, di non permettere che il Garda perda anche il suo ultimo torrente naturale». A chiedere rassicurazioni all’autorità più competente di Lazise, il sindaco Luca Sebastiano, la faccenda subisce «un netto ridimensionamento». «Innanzittutto», precisa, «il progetto è allo studio e a tutt’oggi è stata semplicemente aperta la procedura per verificare lo stato delle cose. L’amministrazione non si è ancora espressa nè in senso positivo nè negativo, quindi, quanto denunciato dal senatore verde non è del tutto vero. Mi risulta che Caneva, proprietaria dell’area, abbia avuto il nulla osta dal Genio civile per intubare, in parte, il Bosca ma più che per svolgervi attività lucrative per evitare smottamenti e cedimenti del torrente». Sebastiano torna a insistere sul ruolo del Comune: «Per quello che ci riguarda, sia chiaro, non ci siamo ancora espressi. Anche stavolta, come spesso accade quando si discute di interventi sul territorio, la verità non è tutta da una parte, ma sta nel mezzo».

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