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Il sindaco Pienazza reduce da un’audizione in Senato sui problemi ambientali gardesani. L’idea: un organismo locale per decidere sui livelli delle acque

«Una authority per il lago»

Il lago di Garda può essere considerato solamente un serbatoio da cui attingere acqua in caso di necessità o deve essere considerato invece un bacino idrico con le sue originalità, con un complesso ecosistema da difendere?. Il dilemma scuote non solo il sindaco di Desenzano, Fiorenzo Pienazza, ma molte altre coscienze che negli ultimi vent’anni sono aumentate, contestualmente ai gravi problemi dei livelli del lago.Di recente, proprio Pienazza, con i colleghi di Lazise e di Riva del Garda, è stato invitato ad un’audizione della XIIIª Commissione Ambiente del Senato per far luce sui problemi del «Grande Malato».L’allarme lanciato da Pienazza è stato molto esplicito e puntuale nei riferimenti. E l’occasione del viaggio a Roma è servita anche per rivendicare un ruolo più marcato dei Comuni nella questione-Garda, attraverso «la creazione di un organismo istituzionale di consultazione che comprenda i rappresentanti dei Comuni, delle tre province e dei consorzi di bonifica, un organismo che potrebbe chiamarsi Comitato di alta sorveglianza per il controllo dei livelli del lago».Gli elementi di preoccupazione forniti durante l’audizione sono stati parecchi. I mutamenti climatici degli ultimi anni sembrano preludere ad una tropicalizzazione delle nostre aree. Il lago non si riempie più, il suo affluente (il Sarca) non è ormai in grado di garantire un apporto di acqua che si avvicini alla massa d’acqua in uscita attraverso il Mincio, nonostante si cerchi di regolarne il deflusso per mezzo di dispositivi situati a Salionze e regolati dall’Aipo.Se si pensa che il bacino imbrifero del Garda è assai ristretto, che la presenza di neve sui suoi monti è scarsa, si deve pronosticare, salvo precipitazioni copiose nei prossimi mesi, che anche quest’anno la portata del Sarca non sarà in grado ancora una volta di compensare il deflusso dell’acqua a valle: infatti, pochi giorni fa l’idrometro di Peschiera segnava appena +66 cm. sopra lo zero (la soglia d’allarme è +5 cm. la stessa che si registrò nella drammatica estate 2003) .Un ulteriore elemento di preoccupazione esternato dai tre rappresentanti gardesani al Senato, è quello della progressiva sottrazione di acqua, negli ultimi 5 anni, dai consorzi irrigui (colture del Mantovano), «causa la mancanza di precipitazioni, influendo in modo pesantemente negativo sui livelli estivi».L’arretramento vistoso dell’acqua dalla riva con danni di varia natura, i problemi continui per la navigazione per le attività portuali, i bruschi scompensi di cui soffre l’ecosistema, il rischio di estinzione di alcune tra le più delicate specie di fauna e flora, non possono passare inosservati.«Non abbiamo dubbi – conclude Pienazza – difendiamo il nostro lago. Il Garda deve essere considerato un bacino con le sue peculiarità». Per arrivare ad un risultato concreto, però, «occorre una ridiscussione dei livelli minimi del Garda con decisioni da prendere di volta in volta sui quantitativi d’acqua da far defluire dal lago, così da portare alla condivisione di scelte più meditate e più rispettose dei legittimi interessi delle popolazioni e delle economie gardesane».

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