Una doc che nasce su di un territorio conosciuto ed apprezzato, in grado di esprimere una varietà sensoriale perfettamente percepita dal consumatore, che destina tipologie come il Chiaretto e i Rossi a diverse occasioni di consumo e che apprezza l’idea di una possibile nuova denominazione che metta in luce il nome della Valtènesi: questo, in estrema sintesi, il profilo del Garda Classico emerso dall’indagine di mercato che il Consorzio Garda Classico ha commissionato a Dinamiche, una delle più importanti società di ricerca italiane.Obiettivo dell’indagine, svolta nel periodo compreso tra il 24 giugno e il 14 luglio 2008 e realizzata anche grazie al sostegno dell’Unione dei comuni della Valtènesi, quello di capire il livello di conoscenza dei vini gardesani da parte di consumatori e ristoratori, cercando di concentrare l’attenzione in particolar modo sulla zona di produzione e più in generale sulla Lombardia. È stata effettuata un’intervista ad un campione di circa 600 consumatori suddivisi tra Brescia e Milano, utilizzando internet: un modo per selezionare un target più elevato ed avanzato, costituito da professionisti d’età media compresa fra i 37 e i 38 anni. A questo sono state aggiunte delle interviste telefoniche ad un campione di 225 ristoratori, anche in questo caso distribuiti nella zona di Brescia e Milano oltre che nei comuni del lago di Garda, comuni dove è centrata la produzione del Garda Classico.“Per quanto riguarda i consumatori – spiega il presidente del Consorzio Sante Bonomo -, il 56% del campione intervistato ha dichiarato di conoscere qualcuna delle denominazioni del Garda Classico. A Brescia il dato supera il 70%, a Milano è ovviamente un po’ inferiore. Molto interessante soprattutto la presenza di un diverso vissuto del consumatore nei confronti di Rossi e Chiaretto: il consumatore sceglie i primi quasi esclusivamente per la cena, il Chiaretto ha una forte vocazione pre-dinner, considerato che il 18% dei consumatori lo preferisce come aperitivo”.Importante sottolineare che i consumatori hanno dato una valutazione positiva del nome Valtènesi come ipotesi di una nuova denominazione, e chiedono soprattutto una cosa: manifestazioni sul territorio per conoscere meglio anche il vino.Situazione leggermente diversa fra i ristoratori: a Milano il 44% degli esercenti dichiara di conoscere qualcuno dei prodotti del Garda, mentre a Brescia e nella zona del Garda Classico le percentuali salgono al 72% e 85% rispettivamente.“Sono risultati – afferma Bonomo – che dimostrano come il Garda Classico abbia di fronte a sé grandi margini di crescita Ma partiamo bene, anche perché i nostri vini sono perfettamente inseriti nella fascia di prezzo che i ristoratori dichiarano prioritaria nelle loro vendite”. Anche i ristoratori valutano positivamente l’eventuale introduzione di una denominazione Valtènesi, e chiedono più investimenti su stampa e tv per far conoscere meglio i vini del territorio.“Alla luce dei risultati dell’indagine – conclude Bonomo -, emergono tre obbiettivi precisi: occorre investire per aumentare la conoscenza dei nostri prodotti, rafforzare il legame con il territorio e favorire la segmentazione dell’offerta tra Rossi della Valtènesi e Chiaretto. Sono linee programmatiche già evidenti nel piano di riposizionamento strategico e di comunicazione che il Consorzio ha adottato all’inizio dell’anno, e che trova in questa indagine nuove, importanti motivazioni per proseguire nel cammino intrapreso”.
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Un marchio conosciuto ed affermato, soprattutto tra i consumatori di fascia medio alta, che guardano in modo molto diverso nei confronti delle due principali tipologie del territorio, Chiaretto e Rossi della Valtènesi: questo, in estrema sintesi, il profi