venerdì, Marzo 29, 2024
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Torneranno presto sotto terra: è l’unica maniera per difenderli

Addio a quattromila graffiti

Le incisioni rupestri del lago di Garda potremo vederle solo al cinema. Sono ammalorate, abbandonate, oltraggiate. Si vorrebbe coprirle per tutelarle.Intanto, si è scoperto un film girato nel 1977 da Roberto e Daniela Zecchini e dedicato al professor Mario Pasotti, lo scopritore delle incisioni. Sono ben 40 minuti di superotto che verranno presentati, in prima assoluta, martedì alle 17.30 in municipio a Garda dal professor Fabio Gaggia, nell’ambito del corso monografico di approfondimento del territorio Baldo-Garda della biblioteca comunale Pino Crescini. Sono 300 i siti di incisioni rupestri gardesane della riviera veronese, con 4000 graffiti che spaziano dall’età del Bronzo a quella moderna. Stanno per tornare sotto terra: è l’unico modo per conservarle e difenderle dall’inquinamento e da vandali. In archeologia il problema sorge quando il reperto torna alla luce: se non ci sono strutture e volontà precise per tutelarlo, restaurarlo, conservarlo, è meglio che rimanga sottoterra, dicono gli addetti ai lavori. E loro, gli archeologi, dicono «abbiamo già dato». Dagli anni ’60 nei Comuni di Garda, Torri, Brenzone, Malcesine, San Zeno di Montagna e Costermano, fino ai 600 metri di quota, sulle bancate calcaree lisciate dai ghiacciai dell’era quaternaria, hanno trovato incisi stupendi disegni di ogni epoca, li hanno decifrati, interpretati e rilevati con sistemi non distruttivi, classificandoli, comparandoli, intervenendo a simposi sull’arte rupestre internazionale e, soprattutto, insistendo con gli enti competenti perché le straordinarie incisioni fossero protette, vincolate, rese accessibili senza danno, tutelate dal vandalismo e dalle «aggiunte grafiche». Hanno vigilato perché non vi si costruisse sopra e non diventassero fondi di magazzino di museo. Sono invece puntualmente finiti così. Si è realizzata una guida trilingue con tre itinerari, ma nessuno è intervenuto sulle stesse proprietà private dove sono le testimonianze storiche, per convincere o incoraggiare qualsivoglia forma di tutela.I graffiti sono diffusi nell’entroterra a partire da San Vigilio di Garda, disseminati lungo antichi sentieri e mulattiere che potevano costituire un itinerario eccezionale, un museo all’aperto dove le pietre incise emergono dalla vegetazione mediterranea, con il lago a un tiro di schioppo. Rappresentano, con varie tecniche e nelle varie epoche, la figura umana, uomini armati, cavalieri, armi e strumenti, animali, imbarcazioni, croci, edifici, simboli solari, figure geometriche ed enigmatiche. Adesso li vogliono coprire, unico modo per salvarli, anche perché pure gli agenti chimici dell’aria li erodono: inquinamento.Fabio Gaggia, studioso di Garda, primo discepolo dello scopritore delle incisioni nel 1964 (Mario Pasotti), e fondatore del Centro studi per il territorio benacense, ha trovato Luciano Salzani, responsabile per la preistoria del Nucleo operativo di Verona della Soprintendenza archeologica del Veneto, d’accordo con la sua proposta: coprirli. «C’è stato un momento in cui tutti sembravano interessati ai graffiti, Provincia compresa», conferma Salzani, «erano gli anni 2003-2004. Poi, al solito, si è risolto in un nulla di fatto: non è facile intervenire in casa d’altri».Di tutti i ritrovamenti esistono accurati rilievi fatti da Gaggia. Molti graffiti, dicono gli esperti, sono ancora da scoprire sotto la terra che li ha protetti nei nei millenni. In Valcamonica si è andati in una direzione diametralmente opposta: grande tutela e valorizzazione. Ma il turismo gardesano della riviera veronese, a quanto pare, «tira» anche senza incisioni rupestri.La celebre Pietra di Castelletto, stupenda lastra di rosso ammonitico incisa dalla preistoria, rotta durante il prelievo per il salone del sammicheliano palazzo Pompei (sede del Museo di storia naturale di Verona) e poi indegnamente finita sui bastioni, allo zoo comunale, è stata riportata a Brenzone, dove è finita nell’atrio del municipio, dietro un grande Ficus benjamina, invisibile ai più.

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