sabato, Aprile 27, 2024
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Risonanza magnetica in arrivo all’ospedale. Il finanziamento necessario è stato concesso dalla Regione

Annuncio del direttore generale

L’ospedale di Desenzano avrà finalmente la sua sezione di Risonanza magnetica. L’annuncio, anche se era già nell’aria, è stato dato ufficialmente da Mauro Borelli, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano. «Ho appreso direttamente in Regione che ci è stato decretato il finanziamento per l’acquisto della strumentazione di Risonanza magnetica – dichiara Borelli – ed è una notizia molto attesa, diciamo anche sofferta, perché sul Garda, in particolare a Desenzano, la Risonanza magnetica era divenuta ormai improrogabile. Sui tempi non voglio azzardare previsioni: attendo certezze. Aspettiamo solo che il decreto regionale venga notificato». Comprensibile soddisfazione anche sul volto di Gianpaolo Bragantini, direttore di presidio dell’ospedale di Desenzano, il quale tiene a ricordare che «la Rmn (sigla della risonanza magnetiva nucleare) è un’apparecchiatura altamente qualificante per un presidio ospedaliero e per la popolazione. Verrà collocata nel cuore dello stesso ospedale, nel padiglione della Radiologia». L’investimento si aggira sul alcuni milioni di euro. Anche il progetto della costruzione delle tre nuove sale operatorie di Desenzano è in dirittura d’arrivo per ottenere il finanziamento (si parla di oltre 6 milioni e mezzo di euro). Nel prossimo anno è previsto l’inizio dei lavori. La Risonanza magnetica nucleare andrà ad aumentare la qualità dei servizi offerti all’utenza, oggi costretta a rivolgersi ad altri ospedali o a strutture private, con perdite economiche non indifferenti per l’azienda gardesana. La Rmn si avvale di una tecnica diagnostica che fornisce immagini di alta definizione di sezioni trasversali di organi o di strutture del corpo senza l’impiego di raggi X o di altri tipi di radiazioni. Durante la produzione dell’immagine il paziente è sdraiato dentro un magnete cilindrico, esposto a brevi impulsi di potenti campi magnetici e onde radio. Gli impulsi stimolano gli atomi di idrogeno, presenti nei tessuti del paziente, a emettere segnali che vengono rilevati ed analizzati dal computer. Questa tecnica diagnostica è ormai in uso da oltre vent’anni e consente di fornire un contrasto maggiore tra tessuti normali e anormali, risultando alla fine più affidabile di una Tac. E’ particolarmente utile per studiare il cervello e il midollo spinale; dà infine immagini di alta precisione delle strutture interne dell’occhio e dell’orecchio.

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