venerdì, Marzo 29, 2024
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Grazie al piano di recupero approvato dal Consiglio comunale per l’ex chiesa settecentesca. Nella zona dell’ex filatoio troveranno posto 29 appartamenti e 27 box

Annunziata trasformata in case

Grazie al piano di recupero approvato dal consiglio comunale di Lonato, per il complesso edilizio collegato con l’ex chiesa dell’Annunziata, situata in paese in via Razzica nella zona dell’ex Filatoio e da anni in totale stato di abbandono, si apre un futuro residenziale. È stato infatti autorizzato il piano presentato a maggio dello scorso anno dalla ditta Edilclassic srl, con sede in Montichiari. L’operazione si propone come un attento restauro conservativo su un immobile che contiene pesanti vincoli di tutela della Sovrintendenza ai beni architettonici. In totale troveranno posto 29 appartamenti, invece dei 38 previsti nella prima stesura, un interrato che permetterà di ricavare 27 box doppi al servizio degli appartamenti, più 14 posti macchina esterni. Il Comune di Lonato cercherà anche di ottenere da questa proprietà o dai confinanti la realizzazione di ulteriori parcheggi, in seguito a trattativa, che siano al servizio della zona. Una necessità decisamente importante, visto che altrimenti si sarebbe dovuto metter mano ancora alla piazzetta del filatoio, la cui realizzazione è stata di recente completata. In prima battuta sarà fatto il recupero conservativo del tetto per tutto il complesso del vecchio edificio. Per quanto riguarda in specifico l’ex chiesa settecentesca dell’Annunziata, si procederà in futuro con un apposito progetto da concordare con la Sovrintendenza. Come abbiamo detto, con il passare degli anni il degrado dell’antico complesso religioso del filatoio è aumentato. Fin dal 1997 l’associazione storico-archeologica «La Polada» denunciò la situazione ed in particolare la condizione dell’ ex chiesa, che con gli ultimi inquilini divenne addirittura un pollaio, un accumulo di gabbie di polli, galline ed altri animali, insieme con il deposito di attrezzi da lavoro. Poi l’intero chiostro dell’edificio di culto, in seguito allo sfratto, fu abbandonato dalle ultime famiglie. Quello che rimane oggi è un desolante quadro di sporcizia, mista ad affreschi, muffa e ragnatele, in bella compagnia di stucchi e capitelli. Non si può escludere che di notte diventi anche un rifugio estemporaneo per extracomunitari di passaggio. Ora finalmente arriva questo interessante piano di recupero residenziale che si sviluppa a poche centinaia di metri dalla filanda, l’antica fabbrica che per più di due secoli ha dato lavoro ad un centinaio di donne e che da qualche anno ospita invece appartamenti.

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