giovedì, Marzo 28, 2024
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A Palazzolo, Santa Lucia ai Monti, Sandrà, Cavalcaselle, Castelnuovo e San Giorgio in Salici Concerti a partire dalle 9 per far conoscere l’arte antica dei bronzi

Campane a festa per non morire

Una domenica dedicata alle campane, alla diffusione della loro conoscenza e tradizione, attraverso una serie di concerti organizzati in più paesi. L’appuntamento è fissato per le 9 di stamattina: le squadre dei campanari impegnati in questa giornata di sensibilizzazione, si ritroveranno al campanile di San Giorgio in Salici. Dopo qualche suonata inaugurale e una veloce colazione, le formazioni si dirigeranno ai campanili loro destinati. I suonatori di Cisano e San Zeno di Montagna andranno a Palazzolo e Santa Lucia ai Monti, mentre le compagnie di Cavalcaselle, Piovezzano, Pastrengo e Cavaion Veronese si occuperanno dei concerti di Cavalcaselle e Sandrà. Le squadre di Castelnuovo e San Giorgio in Salici si eserciteranno nei rispettivi campanili. Al termine delle suonate, il ritrovo per tutti è fissato a Castelnuovo per un momento conviviale alla presenza del delegato di zona e principale organizzatore della kermesse, Sergio Pasqualini. Il tutto è stato programmato con il primario intento di diffondere la conoscenza dell’arte campanaria nelle comunità del settore meridionale della zona gardesana. Non è così scontato infatti che le campane, per il solo e semplice fatto di farsi fragorosamente sentire, siano altrettanto conosciute e apprezzate. Molti pensano, addirittura, che al giorno d’oggi le sole campane a suonare siano quelle automatizzate. Invece, come chiaramente dimostra quest’occasione, la tradizione manuale del suono dei sacri bronzi è ancora ben radicata sul territorio della nostra provincia, e incessantemente promulgata dall’associazione suonatori di campane a sistema veronese, che raduna tutte le compagnie campanarie sparse a Verona, a Vicenza, a Padova, a Brescia, a Mantova. Il successo delle passate edizioni ha già ricompensato ampiamente gli organizzatori degli sforzi fin qui profusi. Ma, da circa tre mesi, si è aggiunto anche un successo ben più tangibile: la riaquisizione del concerto di Marniga di Brenzone. Quelle campane, riconquistate dopo un assedio trentennale, hanno offerto l’occasione anche per la fondazione di una nuova squadra, pure coinvolta nell’organigramma della giornata. Ciò dimostra che sulle sponde gardesane qualcosa sta cambiando. Si sogna di eliminare tutti gli impianti di elettrificazione totale, non solamente per allargare il campo d’azione delle squadre campanarie: il fine è soprattutto quello di conservare i concerti di campane dalla devastante azione dei motori installando impianti adatti alla salvaguardi a delle infrastrutture, svincolate dalle campane, e in grado di garantire l’incolumità delle campane e del campanile dai danneggiamenti causati dall’incuria. Solo i suonatori, appassionati del loro campanile, possono garantire un controllo continuativo a tutte le strutture; al contrario, i motori, abbandonati a se stessi, ledono irrimediabilmente campane, ceppi, castello, campanile. Un danno inferto non a dei semplici «vasi bronzei rovesciati», ma a vere e proprie opere d’arte, nelle quali generazioni di fonditori, antichi o recenti, hanno infuso la loro maestria e sensibilità artistica. Una tradizione e una cultura da non perdere. Alessandro Penazzi

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