venerdì, Aprile 19, 2024
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Baldofestival. Progetto per realizzarlo all’orto botanico di Novezzina Il percorso che vuole ricordare il giudice veronese ha caratteristiche uniche

Disabili a passeggio tra boschi e fiori sul sentiero intitolato a Mich

Una passeggiata per respirare a pieni polmoni l’aria pulita del Baldo, per sentire il profumo dei boschi e dei fiori. Una giornata da trascorrere lontano da città, confusione e impegni, per perdersi nel silenzio della montagna, per assaporare la bellezza di cieli infinitamente più azzurri. Tutto questo sarà possibile in futuro anche ai disabili motori o ai non vedenti, grazie al progetto di un sentiero pensato e realizzato proprio per loro, che è stato presentato nell’ambito degli incontri promossi e organizzati nel programma di BaldoFestival. Un progetto fortemente voluto dal comitato promotore della manifestazione nell’anno europeo dedicato al disabile, e che ha trovato l’appoggio dell’amministrazione comunale ferrarese, della Comunità Montana del Baldo, della Provincia e di varie associazioni del mondo della disabilità, che in gran numero hanno partecipato all’incontro di presentazione. Il sentiero è progettato secondo un modello unico per la particolarità e per l’ubicazione, è stato messo a punto dall’architetto Raffaele Barbetta attraverso una lunga serie di studi e accorgimenti. «Inizialmente pensavo che fosse un’impresa piuttosto complessa progettare un sentiero di questo tipo», ha spiegato, «poi mi sono accorto che in realtà la cosa era molto più semplice del previsto. Più difficile era trovare il luogo adatto dove renderlo fattibile, ma non impossibile. Il sentiero parte dall’Orto botanico di Novezzina e prosegue fino a Fontana della Tesia. Per i circa 1600 metri di lunghezza complessiva rimane a margine di una strada bianca di servizio, che permette in ogni momento di poter accedere al percorso con un mezzo. Un accorgimento in più, che lo rende praticabile da un disabile anche non accompagnato, in assoluta indipendenza e libertà». Piuttosto pianeggiante, senza pendenze troppo pericolose per i disabili in carrozzina, sufficientemente largo, con un fondo solido e liscio, un corrimano a diverse altezze e aree di sosta previste lungo l’intero percorso, per permettere il riposo come anche la visione di panorami suggestivi: sono queste alcune delle caratteristiche previste dal progetto e curate in ogni dettaglio da Barbetta. «Si tratta di accorgimenti che rendono il sentiero adatto non solo a disabili o non vedenti, ma anche a persone colpite temporaneamente da qualche disabilità motoria, anziani, bambini, persone convalescenti che non possono permettersi grandi scalate ma nemmeno vogliono rinunciare ad una passeggiata in montagna», ha proseguito l’architetto. Previsti inoltre cartelli esplicativi, a spiegazione del progetto e relativi anche alla descrizione dell’ambiente circostante e alla botanica. L’ottica è senza dubbio sperimentale, ma si unisce alle tante altre iniziative che ormai da tempo si susseguono per migliorare la qualità della vita delle persone disabili, grazie ad una rinnovata sensibilità pubblica e all’azione più o meno silenziosa di associazioni impegnate ogni giorno in prima persona. Il sentiero sarà per questo intitolato a Michele Dusi, il giudice veronese scomparso lo scorso gennaio, del quale erano presenti alla presentazione del progetto i familiari. Grande amante della montagna, costretto su una carrozzina dall’età di 22 anni a causa di un incidente, Dusi ha lasciato memoria in quanti lo hanno conosciuto di una straordinaria vitalità unita ad una continua opera a favore dell’autonomia delle persone disabili. Una memoria testimoniata anche dalla sincera e profonda commozione che il suo ricordo ha suscitato in tutti i presenti, e dalla ferma volontà di prendere esempio dalla sua tenacia per portare avanti il progetto. Il sentiero ha bisogno infatti dei finanziamenti necessari alla sua realizzazione effettiva. Il costo totale dell’impresa si aggira sui 150-200mila euro circa. Camilla Madinelli Le statistiche diffuse dall’Osservatorio regionale per la sicurezza non lasciano indenni gli altri comuni del territorio. Se Affi risulta al primo posto per delittuosità, classificato tra i due comuni con tasso medio alto della Regione insieme a Piacenza D’Adige nel Padovano e dopo Jesolo, cui è toccato la maglia nera, non se la passano benissimo nemmeno altre località lacustri. Bardolino si trova proiettato tra i comuni dove il borseggio è più diffuso, mentre Lazise entra in classifica tra i tre comuni con indice medio basso in tutto il Veneto per furti generici (contro i 578 con indice basso), mentre Costermano, pur con un indice medio basso, spicca in negativo insieme ad altri sette comuni (contro i 575 «buoni») per quanto riguarda i furti in appartamento. Sono tanti i cittadini che ieri hanno appreso della classifica con un misto tra apprensione e incredulità – qualcuno anche ci ha riso su – gli stessi che ora aspettano gli annunciati approfondimenti che i ricercatori dell’Osservatorio regionale per la sicurezza diffonderanno a fine dicembre. L’Osservatorio, va ricordato, è al suo debutto. È stato realizzato un anno fa con lo scopo di aiutare la Giunta del Veneto a diffondere la cultura della legalità. L’Osservatorio è costituito da un comitato tecnico scientifico, che svolge la funzione di indirizzo, e da un centro di documentazione, che svolge attività di documentazione, ricerca e valutazione degli interventi. I primi dati diffusi rientrano nel tentativo di costruire il «profilo sicurezza» di ciascun comune del Veneto, per «garantire», si legge nella presentazione della statistica, «un monitoraggio costante delle situazioni locali e rendere gli interventi regionali in materia di sicurezza più mirati».

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