martedì, Luglio 1, 2025
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In mostra fino a venerdì al Castello scaligero le spettacolari e drammatiche fotografie di Ermanno Foroni nel martoriato paese dell’Afghanistan. Tutti l’avevano sconsigliato, ma lui non ha ascoltato nessuno e con mezzi di fortuna è penetrato nello Stato a

È stato il primo turista a vedere la Kabul del dopo Talebani

S’intitola «Afghanistan 2002». È una mostra di fotografie in bianco e nero. La si può vedere al Castello scaligero di Torri sino a venerdì 23 agosto. Merita, assolutamente: sono le prime immagini «non ufficiali» giunte da Kabul dopo i bombardamenti e l’ingresso degli americani. Le ha scattate all’inizio di quest’anno un fotoamatore di Reggio Emilia, Ermanno Foroni, quarantaquattro anni, professione artigiano. Uno che per scattare un clic di quelli giusti è disposto ad andare in capo al mondo. Magari rischiando la pelle. Come in Bosnia, nel ’92, ancora in piena guerra. O in Amazzonia, coi disperati delle miniere d’oro. La mostra di Foroni è uno dei momenti clou della settima edizione dell’Estate Fotografica, la rassegna organizzata dal gruppo fotografico Lo Scatto insieme col Comune e con la biblioteca comunale di Torri. «Ci tenevamo ad avere queste immagini», dice Ivano Maffezzoli, animatore della manifestazione, «perché rappresentano uno straordinrio esempio di reportage». Già, un reportage avventuroso. Perché è questo il tipo di fotografia amato da Foroni. E, sia chiaro, non lo fa per soldi. La sua è passione pura, magari condita con un briciolo di meditata follia. Dicono che gli sia capitato anche un «incidente» con le autorità afghane: vistolo scattare immagini, l’avrebbero messo agli arresti domiciliari nell’alberghetto in cui aveva preso alloggio. Ma lui è scappato. Forse Ermanno Foroni non lo sa, ma un paio di secoli fa era successa grosso modo la stessa cosa proprio sul lago di Garda, a Malcesine: in galera allora aveva rischiato di finirci Goethe, il grande scrittore tedesco, sorpreso da sospettosi agenti a tracciare uno schizzo del castello scaligero. Problemi comuni ai viaggiatori «estremi». Nell’ex capitale del potere talebano Foroni c’è arrivato con mezzi di fortuna: prima di lui ci aveva messo piede solo un «turista» inglese, Roy Stewart. In molti l’avevano sconsigliato, ma lui non ha voluto sentire ragioni: voleva andarci a tutti i costi, per documentare i primi segni di rinascita di una nazione martoriata. E così eccolo a metà gennaio prendere un aereo per Peshawar, in Pakistan. Da lì prosegue in autobus fino alla frontiera. Poi prosegue come può. Giunge fortunasamente a Jalalabad. Poi, con una corriera scassata, arriva a Kabul. Lì compra una bicicletta, un mantello afghano e un copricapo da mujaheddin e si mette a girare fra quel che resta di una città. Al ritorno stampa tutto e sceglie una trentina di immagini, le più significative, ora in mostra a Torri del Benaco. Ancora per poco. Intanto venerdì 23 il Diarama sarà a Garda nel chiostro della pieve, per l’altra rassegna dello Scatto: «Garda Photo 2002» . Proporranno Istanbul, Beirut ed altro. Tutte immagini per pensare.

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