giovedì, Aprile 18, 2024
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La proposta del primo cittadino di dar vita ad un solo Comune per aumentare servizi e abbattere i costi. Ma il sindaco Scarpetta è contrario alla fusione: «Saremmo penalizzati»

Elena vuole sposare Gargnano

Toscolano Maderno e Gargnano rischiano di scomparire dalla cartina geografica. Sostituiti da Togama? Non si tratta di una località turistica spagnola, ma di un nome di fantasia che raggruppa l’inizio dei nomi di Toscolano e Maderno, paesi che sino al 1928 erano divisi e di Gargnano. Una provocazione? No. Si tratta di una proposta interessante che avanza il vulcanico sindaco toscomadernese Paolo Elena al punto di coinvolgere il collega gargnanese Gianfranco Scarpetta. I due paesi sono confinanti e hanno parecchio in comune, anche se le realtà e le mentalità sono diverse. Toscolano vive di industria (si lavora la carta e di turismo), Maderno prevalentemente di turismo e un po’ di agricoltura, Gargnano di turismo, artigianato e agricoltura. Unendo le forze diventerebbero città, superando i dieci mila abitanti. Potrebbero contare su finanziamenti maggiori e sull’abbattimento dei costi. Diversi servizi sarebbero in comune, ad iniziare dalla sicurezza (oggi ci sono due comandi carabinieri e due comandi della polizia locale). Costi minori anche per i trasporti e per la gestione del Municipio che sarebbe unico con succursali a Gargnano e in alcune frazioni come già avviene a Montemaderno. Elena ci crede e molto, al punto da aver convinto i colleghi di maggioranza e da voler coinvolgere la popolazione attraverso i periodici dei due paesi. Scarpetta ci crede molto meno avendo già a che fare con un territorio tra i più vasti d’Italia e frazioni disseminate in collina e montagna. E poi c’è un aspetto da non sottovalutare, quello psicologico. Un gargnanese non accetterebbe mai di far da satellite ai cugini di Toscolano Maderno. Impensabile cancellare il nome di un paese con più di mille anni di storia che ha ospitato, dal ’43 al ’45 Benito Mussolini ed è stato quindi capitale d’Italia durante la Repubblica sociale di Salò. E non di meno gli abitanti di Toscolano Maderno accetterebbero di scomparire. «Capisco gli ostacoli a livello psicologico, ma i vantaggi sarebbero notevoli, a partire dal fattore economico, del risparmio. Si potrebbe iniziare con servizi in comune e poi valutare il tutto con assemblee pubbliche. Ma alla fine dovrà essere un referendum popolare a dire se la gente dei due comuni accetta o meno questa proposta che sarebbe la prima del Bresciano» afferma Paolo Elena mostrando le firme dei consiglieri. Elena elenca i motivi che potrebbero indurre a questo clamoroso matrimonio. «La popolazione del nuovo comune raggiungerebbe i 10.600 abitanti, tre mila Gargnano e 7.600 Tocolano Maderno, soglia olre la quale si ottiene la qualifica di città che diventerebbe seconda a Desenzano, Riva e Lonato. Questa qualifica si porta dietro notevoli benefici di tipo economico, ad esempio nel campo scolastico con la creazione di istituti superiori, di servizi statali quali giustizia e sanità e servizi sociali. La popolazione ne traerrebbe giovamento. Certo, il tutto fa fatto con gradualità e può spaventare all’inizio. Potremmo iniziare – aggiunge il primo cittadino di Toscolano Maderno – con i servizi in comune per abbattere i costi. In alcuni casi, come per l’acquedotto, gargnanesi e tosco-madernesi, bevono al stessa acqua. Perchè non migliorare i servizi potendo contare anche su finanziamenti a tassi agevolati? I due paesi necessitano di rilancio per uscire dalla crisi anche turistica. L’unione fa la forza…». I vantaggi? «Potremmo affrontare i problemi in comune che per inciso sono semplicemente gli stessi a Gargnano come a Toscolano e Maderno. Ma ripeto. Siamo alla fase embrionale e bisogna discuterne con la popolazione. Io comunque ci credo e parecchio al punto da coinvolgere la minoranza». Gianfranco Scarpetta getta acqua sul fuoco. «Si problemi ne ho già tanti. Il territorio gargnanese è talmente vasto che sarebbe il caso di tagliarlo in due. Altro che unirsi con Toscolano e Maderno. osa diventeremmo, la loro succursale? La nostra gente non lo accetterebbe mai. Certo, si può valutare l’ipotesi di unirsi per avere servizi in comune e abbattere i costi. Si pensi che Gargnano solo per i tarsproti investe all’anno 100 mila euro. Con Elena abbiamo già discusso e sa come la penso. Ora torna alla carica. Ne parlerò anch’io in giunta». Forse già nel prossimo incontro.

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