mercoledì, Luglio 2, 2025
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Presentato ieri il volume edito dal gruppo colosso mondiale

Fedrigoni, un libro racconta la carta

Affonda le sue radici davvero in tempi lontani, l’industria cartaria rivana. E con essa tutta quella del territorio trentino. Si cominciò ben 600 anni fa a produrla, sfruttando appieno la ricchezza d’acqua delle sue terre. La prima notizia, che si ha di questa produzione, risale, infatti, addirittura al 1400. Lo prova una registrazione, conservata nell’archivio storico comunale di Riva, di un versamento per l’affitto di una cartiera posta all’Albola. Naturalmente si trattava, come poteva capitava allora, di un modesto opificio. Ed erano, spesso, dei mulini: «mulini da carta», trasformati per la bisogna. Una storia antica e ricca, ad ogni modo, quella delle cartiere, ben presenti tuttora con più di mille addetti nella zona dell’Alto Garda. Storia raccontata in un nuovo ponderoso e prezioso volume edito dalle Cartiere Fedrigoni, che a Varone ed ad Arco hanno due loro stabilimenti. Un’opera scritta a più mani, «Mulini da carta» (sottotitolo: «Le Cartiere dell’Alto Garda- Tini e torchi fra Trento e Venezia»).Ieri mattina al Palacongressi rivano la presentazione. Con gli autori e con il giornalista Piero Ostellino ad introdurre, c’era naturalmente, a dare il benvenuto in una sala gremita di ospiti, il presidente dell’omonimo gruppo, l’ingegner Giuseppe Fedrigoni.Un saluto che gli ha dato modo di fornire alcune brevi informazioni sulla presenza in tempi moderni delle sue cartiere in zona e in tutto il mondo, dove il gruppo è ormai presente.Un racconto che per quanto riguarda il nome Fedrigoni iniziò però già tre secoli fa proprio in Trentino, quando Giuseppe Antonio Fedrigoni, nativo di Tierno di Mori, aprì una sua cartiera a San Colombano, alle porte di Rovereto, nel 1728, dopo che, qualche anno prima, nel 1714, n’aveva affittato un’altra. Attività che un ramo della famiglia svilupperà poi anche in Veneto, sul finire dell’Ottocento, dove l’industria della carta si era già sviluppata da alcuni secoli. Naturalmente, più che industria, si trattava di artigianato di tipo familiare, basato su «tini e torchi», ma in continua evoluzione con travaso d’esperienza e nuove tecniche tra le due aree: quella di Venezia e quella di Trento.In territorio rivano i Fedrigoni si stabiliranno molto più tardi, arrivando da Verona: nell’anno 1938. Fu quando Gianfranco Fedrigoni, acquistò la cartiera Fiorio e successivamente anche l’ex cartiera Bozzoni. Si tratta, tuttavia, di una lunga presenza. Tale da giustificare l’iniziativa editoriale intrapresa. Un’opera di valore – si sottolinea – in quanto si è inteso promuovere, anche a beneficio della comunità rivana, uno studio finalizzato ad offrire un’ampia panoramica sulle origini e l’evoluzione dell’attività cartaria in una zona, l’Alto Garda, particolarmente significativa per la posizione di confine tra la Repubblica di Venezia e il Principato Vescovile di Trento.

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