Sarà presentato in occasione della festa “Forme uniche di continuità nel tempo”, il 12 marzo, al Vittoriale. “Ardisco non ordisco”, “Memento audere semper”, “Navigare necesse”, “Io ho quel che ho donato”

I motti di Gabriele d’Annunzio: il volume raccoglie e ricostruisce per la prima volta le origini dei motti dannunziani

09/03/2022 in Attualità
Di Redazione

I luoghi del Vit­to­ri­ale — dalle stanze del­la Prio­r­ia ai diver­si siti dei gia­r­di­ni — oltre a tut­ta l’opera in prosa e in ver­si di Gabriele d’Annunzio, sono acco­mu­nati da un aspet­to del­la per­son­al­ità del Vate rimas­to fino ad ora in ombra nei numero­sis­si­mi stu­di con­dot­ti attorno alla sua vita e alla sua pro­duzione let­ter­aria: una costel­lazione di mot­ti in ital­iano — spes­so anti­co — in francese, in spag­no­lo, ma in prevalen­za in lati­no che, rac­colti nel loro com­p­lesso, super­a­no il mez­zo migli­aio.

Pur se pro­fusi dal­lo scrit­tore con non­cha­lance, la loro com­pren­sione neces­si­ta di una chi­ave di inter­pre­tazione sia lin­guis­ti­ca, sia di con­testo. Da ques­ta esi­gen­za nasce I mot­ti di (Sil­vana Edi­to­ri­ale, 2022), a cura di Simone Maioli­ni e Patrizia Par­a­disi e con intro­duzione del pres­i­dente del Vit­to­ri­ale . Il vol­ume rac­chi­ude per la pri­ma vol­ta l’intera sto­ria di ques­ta pecu­liare vocazione, cer­can­do di ricostru­ire le moti­vazioni all’origine del­la scelta di cias­cun mot­to, oltre alla percezione che sus­ci­ta­vano all’epoca, tra i con­tem­po­ranei.

Seguen­do il tradizionale per­cor­so di visi­ta del Vit­to­ri­ale il sag­gio illus­tra via via i sin­goli mot­ti, esten­den­do poi l’indagine oltre fino a schedare — lun­go un arco crono­logi­co che copre l’intera esisten­za del Vate, con un pic­co nel peri­o­do garde­sano — i mot­ti del­la Cap­ponci­na, di guer­ra, di Fiume, dei prodot­ti com­mer­ciali (riscon­trati su un’infinità di ‘sup­por­ti’: ex lib­ris, fran­cobol­li, medaglie, gioiel­li, argen­te­ria varia, man­i­festi, volan­ti­ni, car­to­line, fron­te­spizi, cop­er­tine di volu­mi, ecc.), quel­li dis­sem­i­nati nelle opere let­ter­arie, nelle let­tere, fino a quel­li ideati per grup­pi e asso­ci­azioni.

Infine, in un capi­to­lo speci­fi­co, l’attenzione si con­cen­tra su alcu­ni mot­ti par­ti­co­lar­mente sig­ni­fica­tivi, e amplia la prospet­ti­va ad altri autori ital­iani (Car­duc­ci, Pas­coli) e france­si (Mon­taigne, Hugo), che pure han­no prat­i­ca­to i mot­ti con prob­a­bili influen­ze sul Vate.
Con­clude il vol­ume un appro­fondi­men­to sul­la grafi­ca appli­ca­ta a fir­ma di Francesco Parisi, spe­cial­ista del set­tore, che illu­mi­na il rap­por­to di d’Annunzio con gli artisti che lo han­no affi­an­ca­to nel­la ricer­ca di un’arte inte­grale che unisse parole e immag­i­ni in un unicum di mag­giore impat­to ed effi­ca­cia.

 

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