venerdì, Aprile 19, 2024
HomeAttualitàI «prearoi» uniscono le forze
Cinque titolari di cava si sono associati per promuovere la conoscenza e l’uso della pietra locale. Nasce il consorzio tra i produttori del calcare nembro rosato

I «prearoi» uniscono le forze

Nel settore occiden tale della nostra provincia, è il territorio di Caprino che, assieme a quelli di Domegliara e di Sant’Ambrogio, rappresenta il fulcro dell’attività di estrazione e lavorazione del marmo. Qui si è formata in tempi antichissimi la tradizione dei «prearoi», scalpellini e lavoratori del marmo. Dopo un periodo di grande espansione, a partire dal secondo dopoguerra, a continuare questa tradizione nelle cave locali sono rimasti in pochi e ancor meno sono quelli che hanno ereditato cava e mestiere. Pochi ma buoni e, sicuramente, entusiasti del loro lavoro al punto di unire i propri sforzi (cosa abbastanza rara fra concorrenti) per promuovere il proprio prodotto. Così è nato, con sede a Caprino, il consorzio cavatori nembro rosato, calcare che si estrae in quantità economicamente ragguardevoli da sole cinque cave al mondo, di cui tre a Caprino (le cave Bernardi, Coltri e Vianini) e due a Sant’Ambrogio (Bonaldi e Zampini). I titolari di queste cinque cave – Fabio Bernardi, Cesare Coltri, Matteo Vianini, Loris Bonaldi e Silvano Zampini – si sono consorziati «allo scopo di far conoscere questo pregevole materiale e, soprattutto, di fare in modo che esso venga quanto più possibile impiegato nell’edilizia e nell’arredo urbano locale, così da coniugare le esigenze del presente con il rispetto della tradizione. Solo un consorzio infatti», spiega Matteo Vianini, presidente e ispiratore dell’iniziativa, «può garantire la produttività, in quanto il materiale raccolto dalle cave viene venduto al consorzio stesso che lo lavora definendone i modi più consoni di utilizzo in base alle caratteristiche». Del materiale cavato non viene sprecato nulla; la gamma dei prodotti ricavati è amplissima, dai marmi pregiati per la pavimentazione di interni o esterni (tutti muniti di certificato Cee di qualità) ai cordoli stradali e alle pietre per muretti. «L’idea di consorziarci per offrire la più ampia disponibilità del nostro prodotto», spiega Vianini, «è nata anche per arrestare in qualche modo il dilagare di materiali d’importazione nell’edilizia e nell’urbanistica locale. In una zona come Caprino, che vanta una tradizione secolare di cavatori e scalpellini e dove il marmo buono certo non scarseggia, vedere cordoli stradali in trachite», roccia vulcanica non presente nel Veronese, «o la pavimentazione esterna realizzata in sconcertante cemento sabbiato quando si potrebbe usare la splendida pietra locale, a noi sembra un affronto alla tradizione». La Comunità montana del Baldo ha da poco realizzato un progetto volto alla definizione di metodologie operative di intervento per il recupero di diversi borghi rurali del Monte Baldo; nella relazione tecnico descrittiva, che fra breve verrà pubblicata e distribuita ai Comuni interessati, l’impiego di materiali lapidei locali gioca un ruolo di primaria importanza. «Al di là delle prospettive economiche che speriamo il consorzio possa aprire», sottolinea Vianini, «la nostra iniziativa è rivolta anche e soprattutto alla conoscenza del prodotto e della sua storia. È impensabile che i bambini del paese sappiano poco o nulla di quella che è stata per tanto tempo una delle più importanti risorse economiche del nostro territorio. A questo scopo, in parallelo anche con il Museo del marmo, abbiamo deciso di offrire la possibilità alle scolaresche di effettuare all’interno di una delle nostre cave un percorso guidato d’interesse geologico, paleontologico ed etnologico». Il nembro rosato è una roccia sedimentaria facente parte della formazione geologica denominata rosso ammonitico inferiore e che, in ordine cronologico, segna il passaggio tra il periodo Giurassico e quello Cretacico. Il nembro rosato, infatti, si è sedimentato nei fondali dell’antico Mare della Tetide, quando ancora non esistevano la penisola italiana e nemmeno le Alpi ma, al loro posto, si estendeva un immenso mare. È un calcare nodulare con marcata stratificazione, caratteristica che conferisce al materiale diverse colorazioni che variano dal rosato, al verdello, al gialletto. Il nembro rosato è affiorante e presente solamente nella provincia di Verona e più precisamente nelle aree estrattive di Sant’Ambrogio e di Caprino. La «potenza» media, vale a dire l’altezza del fronte dello strato roccioso, è di circa 4/5 metri. Marmo è un termine commerciale in uso per designare lastre di rocce sedimentarie lavorate e lucidate, infatti si suole dire «lucido come il marmo». In senso geologico, tuttavia, l’uso appropriato del termine si limita alle sole rocce carbonatiche metamorfosate, cioè trasformate in seguito ad intense compressioni e surriscaldamenti. Il marmo di Lasa (Val Venosta) è, per esempio, un vero marmo anche in senso geologico, mentre i cosiddetti marmi della Val d’Adige, del Caprinese, della Valpolicella e della Lessinia lo sono soltanto nell’accezione commerciale, in quanto si tratta di normali rocce sedimentarie che, una volta estratte, vengono lavorate in modo da presentare superfici perfettamente levigate. I marmi veri sono particolarmente compatti e si possono riconoscere per il loro aspetto saccaroide (cioè simile allo zucchero) che assumono in seguito alla cristallizzazione dovuta al metamorfismo; di solito non sono puri, ma contengono altri minerali che conferiscono loro colore ed effetto ornamentale. Chi fosse interessato alle visite in cava o all’attività del consorzio può telefonare allo 045.620.0707 (nembrorosato@libero.it)

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video