venerdì, Aprile 19, 2024
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Notevole il valore storico ed artistico della costruzione

Il patrimonio custodito nella chiesa di San Martino

La chiesa Parrocchiale di S. Martino Vescovo è tra le più antiche del Veronese. Non è difficile accettare l’ipotesi di Giuseppe Novelli, che si tratti di una Chiesa sorta su preesistente tempio pagano, se si tiene conto dei documenti che ne fanno menzione, come la pergamena dell’8 dicembre 1008.Riesce impossibile dimostrare se il tempio pagano, sulle cui vestigia venne innalzata la prima chiesa cristiana di S. Martino, sia quello dedicato a Giove.Nel 1008 S. Martino era già pieve “collegiata” con diaconi, uno dei quali si chiamava Dominicus.Il successivo richiamo alla Chiesa è quello della bolla di Papa Eugenio III nell’anno 1145, raccolta negli scritti di F. Ugelli.Da un’iscrizione, che un tempo esisteva nella chiesa, si apprende che essa fu rimaneggiata nel 1400. Nell’anno 1808, la chiesa fu destinata ad ospedale e deposito: in tale periodo le funzioni religiose erano celebrate nella piccola chiesa della Disciplina.Restituita al culto nell’anno 1810 e officiata fino al 1816, dopo quattro secoli era in condizioni tanto precarie da essere demolita.Nello stesso luogo fu ricostruita la nuova parrocchiale ultimata nel 1821.Sull’ampia facciata (restaurata nel 1932) si nota un affresco simbolico e vi svettano le tre statue: S. Pietro, S. Paolo e il Redentore. Si entra per un ampio portale e all’interno si trovano con l’altare maggiore quattro cappelle laterali. Faceva spicco, qualche tempo fa, una bella Deposizione del secolo XVI, che attualmente si trova nella sacrestia.Sopra l’altare maggiore è pregevole l’affresco Discesa dello Spirito Santo (opera di Pino Saoncella). Sopra la Cappella dedicata al Beato Andrea vi è l’urna dorata contenente la reliquia del Santo e varie figurazioni. Di fronte a questo altare, a sinistra, entrando, vi è la Cappella della Madonna (del Pighi).Gli altri due altari sono dedicati a S. Antonio e al Crocefisso. Nelle vetrate sono raffigurati i profeti Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele.

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