mercoledì, Luglio 2, 2025
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Grande successo lunedì sera al Palazzetto dello Sport di Manerba per il concerto inaugurale della rassegna «Le Settegiornate del Garda»

Israel Soloists e Cascioli, buona la prima

Il tempo variabile di questi giorni ha fatto preferire il Palazzetto dello Sport di Manerba all’Anfiteatro di Balbiana per l’inaugurazione delle “Settegiornate del Garda”. Un pubblico numerosissimo ha accolto lunedì sera l’Orchestra Israel Chamber Soloists e il giovane pianista Gianluca Cascioli, impegnati in un vasto programma iniziato con il «Divertimento K 138» di Mozart e proseguito con il “pezzo clou” della serata, il «Concerto n. 13 in do maggiore per pianoforte e orchestra K 415» sempre di Mozart. La cosa notevole è che il gruppo strumentale israeliano ha presentato il pezzo nella sua versione cameristica, cioè senza l’apporto dei fiati, e questo ha dato all’insieme una particolare morbidezza d’impianto. L’interpretazione di Gianluca Cascioli ha nel contempo mostrato un’estrema pulizia formale, unita ad un suono pieno e morbido degno del miglior Cascioli, come quello del «Concerto n. 2» di Beethoven presentato qualche mese fa a Brescia con la Wienerkammerphilharmonie. Gli Israel Soloists da parte loro curano moltissimo l’intonazione del suono e tra l’altro – pur essendo tutti ebrei – provengono da ben otto Paesi diversi e rappresentano l’eredità di quella diaspora che caratterizza da millenni questo popolo. I progetti del 2006 degli Israel Soloists comprendono una serie di concerti attraverso l’Europa intesi come incontri di culture diverse: il programma comprende pezzi di Issa Boulos – un compositore palestinese – e Gil Shoat – un compositore israeliano -. Con questi lavori, l’Ensemble suonerà in prima mondiale il “Luxor Guitar Concerto”, scritto dal chitarrista Wulfin Lieske, una sintesi musicale tra motivi e stili orientali e occidentali. Tornando al concerto di lunedì sera, nella seconda parte è stato eseguito il «Quartettsatz» di Schubert, con una scelta molto calibrata dei tempi, e infine la «Suite per archi» di Leos Janàcek: questo – un brano del Novecento – doveva essere il pezzo più difficile, ma l’orchestra – ben diretta da Zvi Carmeli – l’ha saputo rendere con tali leggerezza e intensità da conquistare definitivamente il pubblico. Che ha ottenuto alla fine come bis un altro dei «Divertimenti per archi» di Wolfgang Amadeus Mozart.

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