Un’opera consortile per cui finora si è speso 150 miliardi ma che a completamento dei lavori costerà oltre 200 miliardi. Tra le entità più consistenti ancora da realizzare per considerare concluse le opere consortili, vi è in primo luogo il raddoppio del collettore veronese da Cisano a Peschiera, dopo che il tratto Cisano-Punta San Vigilio è stato recentemente ultimato e collaudato positivamente in questi giorni. Raddoppio in realtà già effettuato negli anni Novanta con una spesa di oltre 15 miliardi, ma dichiarato opera non collaudabile ancora due anni or sono dalla commissione di collaudo istituita dalla Regione Veneto: una condotta relitto, inutilizzabile sul fondo del lago, con danno enorme per la collettività non solo per lo spreco di denaro pubblico, ma anche per il danno ambientale provocato. Anche perché il collettore esistente a terra da Cisano a Peschiera è di portata insufficiente allo smaltimento congiunto del carico proveniente dall’alto lago e dalla parte bresciana attraverso la sublacuale: entrambi i rami, infatti, sono costretti a operare a portate ridotte, soprattutto nei periodi di punta. Inoltre non sono stati ancora realizzati due ulteriori linee di trattamento nel depuratore interconsorziale di Peschiera, in aggiunta alle tre già esistenti, e nemmeno l’impianto di depurazione di Limone. Non tutti i Comuni del resto hanno provveduto al completamento e adeguamento delle rispettive reti fognarie interne.
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Un’opera consortile per cui finora si è speso 150 miliardi ma che a completamento dei lavori costerà oltre 200 miliardi
Ma manca ancora il tratto di Peschiera
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