sabato, Aprile 27, 2024
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Domenica e lunedì la consultazione per il passaggio dalla Lombardia al Trentino

Referendum per TrentoDue paesi pronti al salto

Ultime ore di attesa per il referendum che, domenica 21 e lunedì 22 settembre, potrebbe innescare la procedura per il passaggio di Valvestino e a Magasa dalla nostra provincia a quella di Trento.Nessuno azzarda previsioni sul risultato anche se, lo scorso inverno, il numero di coloro che aveva richiesto il referendum era stato massiccio nei due piccoli centri montani.Nei giorni scorsi è stata interpellata la Prefettura: affinché il referendum possa considerarsi vinto dai sì, bisogna che i favorevoli al cambio di provincia siano almeno la metà più uno degli aventi diritto al voto.Qualche problema potrebbe derivare dalla forte presenza di iscritti nelle liste elettorali che risiedono all’estero e che potrebbero non affrontare il viaggio verso la Valle. Intanto il tono della campagna favorevole o contraria al cambiamento, negli ultimi giorni è salito di tono.La tradizionale riservatezza degli abitanti della montagna non ha però evitato di raccogliere commenti da entrambi gli schieramenti. C’è il pensionato di Magasa, 67 anni, che non ha dubbi: «Meglio schierarsi con Trento. Io ho sempre lavorato in Trentino. Il passaggio potrebbe permetterci di cambiare molte cose, specie se verrà costruita la galleria tra la Valle e il paese di Bondone, che permetterebbe il collegamento con le Giudicarie. In caso contrario andremmo avanti sempre nello stesso sistema, con tante promesse e pochi soldi. In Trentino cambia la mentalità: là cercano di tenere la gente attaccata alla montagna e di aiutarla anche con contributi diretti agli abitanti».Sulla stessa linea una signora quarantenne che per lavorare scende sul Garda: «Sicuramente meglio Trento. È vero che negli ultimi anni sono stati fatti tanti interventi anche qui, ma spesso si è trattato di spese superflue o inutili. Buono, invece, l’allargamento della strada. Se guardiamo il Trentino, però, vediamo che la provincia aiuta tanti piccoli paesi mentre Brescia si ricorda poco di noi. Peraltro facciamo riferimento agli uffici giudiziari di Rovereto e al catasto di Riva del Garda. Se non si cambia lo stato delle cose, fra dieci anni qui non ci sarà più nessuno, considerati i problemi che hanno tutti, anziani, gente in età da lavoro e studenti».Ma c’è anche l’altra campana che suona. Non tutti sono convinti che il cambiamento garantisca un miglioramento: chi lo garantisce? Lo chiede un altro pensionato di 62 anni, che sottolinea come, di recente, la propaganda «si sia incattivita, servirebbe maggiore scambio di opinioni nonché un confronto democratico e tranquillo. Il referendum è giusto farlo, per raccogliere il parere della gente. Però è altrettanto importante chiedersi quale potrebbe essere il futuro in merito alla nostra appartenenza al Parco dell’Alto Garda, o all’Ersaf. Dobbiamo stare attenti perché non tutto è oro colato. Sarebbe anche importante conoscere se sono state date garanzie concrete riguardo alla costruzione del tunnel di cui si parla. Non ho una posizione preconcetta ma sono perplesso e chiedo garanzie visto che fino ad ora non abbiamo avuto risposte certe».

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