martedì, Aprile 23, 2024
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L’opposizione contesta il progetto di restauro e chiede una consultazione popolare. Le minoranze: «No a investimenti pubblici su una proprietà privata»

«Referendum sulla limonaia»

Continua a far discutere il restauro conservativo della limonaia (costo: 750 mila euro), che il Comune di Gardone Riviera ha inserito nel programma delle opere pubbliche, e che spera di finanziare con un contributo della Comunità europea, in base alla legge «Obiettivo 2»: il 40% a fondo perduto, il 60% con un finanziamento senza interessi, da restituire in 20 anni. Nell’ultima riunione del Consiglio comunale, la minoranza, che si riconosce nelle posizioni della Casa delle Libertà ha chiesto di effettuare un referendum tra la popolazione. La limonaia appartiene a villa Elena. Progettata agli inizi del Novecento dall’ingegnere Angelo Fuchs, è di proprietà della famiglia Portalupi-Ferrini. Inutilizzata e abbandonata a se stessa (sono rimaste solo le canaline), si trova ai piedi della chiesa parrocchiale. Qualcuno pensava, erroneamente, che fosse un rudere dell’antico castello. L’area è occupata da una prato alcuni terrazzamenti, con piante di oleandro, alberi da frutto con nespoli di notevoli dimensioni. Del recpero di parlava dal 2001. Recentemente il sindaco Alessandro Bazzani ha ottenuto in comodato gratuito per trent’anni anni la struttura e i tre terrazzamenti sottostanti, impegnandosi a sostenere le spese di restauro. E ha affidato all’architetto Alberta Cazzani, docente al Politecnico di Milano, l’incarico di redigere uno studio dettagliato. L’obiettivo è di avere uno spazio pubblico verde, considerata la vicinanza al Vittoriale e al nucleo abitato. Un punto panoramico bellissimo, un luogo di conoscenza dei caratteri costruttivi storici della limonaia e del contesto architettonico paesistico. Sarebbe inoltre possibile un utilizzo per esposizioni temporanee all’aperto (sculture, piante e fiori), degustazioni di prodotti tipici, presentazioni di libri, concertini, conferenze. Il Gruppo di azione locale (Gal) dell’Alto Garda e della Valle Sabbia ha confermato l’interesse per l’iniziativa. Idem la Comunità Montana Parco dell’Alto Garda. Non avendo mai condiviso l’operazione, invece, adesso la minoranza ha chiesto di effettuare un referendum consultivo. Il capogruppo Stefano Visconti ha sostenuto come l’opera sia «su un’area privata che, al termine, ritornerà ai proprietari. L’ammontare della spesa è consistente. Inoltre bisogna tenere conto delle spese annuali di manutenzione, sorveglianza e messa in sicurezza. Noi prevediamo che il municipio debba sborsare circa 51 mila euro all’anno, inclusa la rata del prestito, per 20 anni. Si tratta di una spesa consistente. Vorremmo che la popolazione fosse partecipe, per sapere se è d’accordo o no a impegnare le risorse pubbliche». Andrea Cipani incalza: «Mi disturba il fatto che il municipio spenda su una proprietà privata. Io posso apprezzare il fatto che la limonaia venga ristrutturata, ma bisognerebbe allungare la durata del comodato a cento anni. Invece i privati si sono riservati la possibilità di riottenerla dopo dieci, rimborsando al comune le spese sostenute». La maggioranza ha bocciato l’idea del referendum. «In campagna elettorale – ha spiegato il consigliere Walter Chiari – abbiamo illustrato il progetto. E’ una contraddizione chiedere ora ai cittadini di votare. Se la minoranza vuole, può raccogliere le firme. Esistono altri strumenti». E il vicesindaco Eugenio Musciotto: «La Comunità montana parco Alto Garda ha ristrutturato la limonaia a Pra’ de la Fam, in territorio di Tignale, stipulando una convenzione di 20 anni con i privati. Altrettanto stanno facendo Tremosine e Limone. Stento a capire perchè a Gardone Riviera non si possa fare».

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