venerdì, Aprile 19, 2024
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All’Acquafresca si rinnova una singolare e curiosa sfida. È aperta a qualsiasi mezzo galleggiante non nautico

Regata pazza compie nove anni

Passano gli anni ma non la Regata pazza, la più simpatica, assurda e sgangherata gara velica del lago di Garda. Ad organizzarla, per il nono anno consecutivo, la Polisportiva Fior d’olivo e lo Yacht club Acquafresca in una sfida che avverrà oggi alle 15 nello specchio d’acqua antistante il circolo velico. La gara, come sempre, è riservata esclusivamente a mezzi galleggianti di qualsiasi tipo tranne nautici. Vietato, pena squalifica, l’utilizzo di scafi, tavole da surf, vele, remi, pinne e canotti mentre saranno accettati tutti i sistemi di propulsione non a motore. L’iscrizione gratuita è aperta fino a pochi minuti prima dell’inizio della «competizione» che si svolgerà lungo un percorso lineare di circa 500 metri. A fianco della tradizionale Regata pazza spazio anche all’originale sfida tra keit surf dove al posto dello snowboard i concorrenti dovranno utilizzare altre tavole galleggianti. L’anno scorso ad imporsi nella regata, come sempre seguita da decine e decine di curiosi, furono quattro ragazzi di Caprino a bordo del carro funebre Drakula Marrano. In pratica un catamarano a vela con due bare al posto degli scafi e dei «vampiri» come equipaggio. Nelle vesti di spettri Gabriele Magagnotti, Ernesto Adamoli, Paolo Fioretta e Paolo Vassanelli. Il premio Leonardo da Vinci per l’imbarcazione più tecnologica fu assegnato al Turborotomotor di Leonardo e Riccardo Vincenzi, due giovanissimi armatori di 8 e 9 anni che trasformarono un trattorino di plastica in un mezzo anfibio montando delle pale al posto delle ruote. Il Trofeo Ferragosto, consegnato all’equipaggio più numeroso, era andato invece al Bidon proa: un multiscafo costruito con grossi bidoni colorati e una vela realizzata utilizzando tende di casa degli armatori Tugnoli. Premio Narciso infine assegnato a Moniaphone, la cabina telefonica con a bordo una giovane nelle vesti di Megan Gale, impegnatissima nell’impartire via telefonino le direttive ai cinque aitanti nuotatori incaricati di spingere la cabina fino al traguardo.

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