Operazione «antibracconaggio» sul Garda. E arrivano un centinaio di contravvenzioni. Sono stati resi noti ieri in Provincia i risultati della campagna estiva lungo la Riviera degli Olivi, dall’inizio di maggio alla fine di luglio e nei primi giorni di agosto. Il potenziamento estivo antibracconaggio è stato predisposto dal comandante della polizia provinciale Davide Zeli e dall’assessore alle politiche del settore faunistico ed ecologia Luca Coletto, accogliendo anche segnalazioni venute dalla zona. La «task force» della polizia provinciale, con due motovedette di stanza a Bardolino e Peschiera, è stata supportata da volontari, sia tra pescatori sia tra ambientalisti.Al termine dell’operazione sono stati fatti 1035 controlli in totale, sia tra i professionisti (nella provincia una settantina) sia tra dilettanti (circa 25 mila). Sono state contestate 54 contravvenzioni amministrative e sequestrate 56 reti, posate in violazione delle norme sulla fauna ittica. «In questi mesi è stato intensificato il monitoraggio sulla pesca professionale e dilettantistica, visto che è questo il periodo di maggiore attività per la pesca dell’agone», spiega Zeli. «È la “sarda”, tanto cucinata nelle sagre, tipica del Garda che però d’estate è nella fase della riproduzione e può scatenare la gola dei bracconieri».Il monitoraggio avveniva quando c’era buio. La sera, quando vengono calate le reti, e il mattino quando vengono raccolte. Si puntava a verificare che la posa delle reti e il ritorno al porto del pescato avvenisse in maniera corretta: «Non tutte le reti, infatti, sono consentite sempre; e vanno comunque tarate a seconda del tipo di pesce che si può catturare senza creare danni alle specie», spiega Zeli. Erano presenti varie associazioni ambientaliste e molti «guardia pesca» volontari che collaborano con la Provincia durante questo genere di controlli. Spiega Zeli: «Normalmente i volontari operano a terra, le guardie provinciali in acqua». Talvolta, quando la barca del bracconiere è intercettata, questi tende a rifugiarsi nel porto per cui si procede a una specie di operazione incrociata. «Mentre i sospetti sono avvicinati dai volontari, le guardie controllano le reti». Si è agito in sinergia. «Gli esperti delle associazioni ambientaliste presenti hanno controllato circa 300 persone, sanzionandone 30, sequestrando 17 strumenti di pesca, tra canne e bilancini».La task force antibracconaggio che ha lavorato in questo caso, era formata da un vero e proprio manipolo, un «nucleo antibracconaggio» composto da due agenti della polizia provinciale coordinati dall’ufficiale Marco Perina e da alcune guardie giurate delle associazioni Appv (Associazione pescatori della Provincia di Verona), Lipu (Lega italiana protezione uccelli) ed Enalcaccia – pesca e tiro. Sono stati 14 gli agenti di polizia provinciale che si sono resi disponibili. L’operazione non termina comunque qui: «Sul Garda resta infatti un nucleo speciale, coordinato dall’istruttore Alberto Piazzi, che continua a monitorare la situazione e che, quando se ne verifica la necessità, può disporre delle due motovedette e chiamare in supporto gli agenti del nostro comando», dice Zeli. Ci sono vere e proprie «aree rosse»: «Tratti in vari settori del lago, zone soggette a tutela per specie particolari», spiega Ivano Confortini, biologo, responsabile del servizio caccia pesca della provincia.
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