venerdì, Aprile 26, 2024
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Per le classi terze, quarte e quinte

Segnali stradalidi tutto il mondoin una mostra

Può un segnale stradale diventare materia di studio e d’approccio a temi intercolturali? La risposta non solo è affermativa ma è anche indice di grande attenzione e sensibilità verso usi e costumi in voga in varie parti del mondo. Ancora una volta ad allargare gli orizzonti a studenti e insegnati ci ha pensato l’associazione «Mani altri sguardi» di Verona che ha proposto, con successo, alle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria di Garda la mostra didattica «Mai dire squola».Partendo dal segnale «Attenzione bambini», la rassegna ha tracciato un vero e proprio viaggio interculturale che ha trovato visibilità grazie ad undici pannelli (1 metro x 30 completi di testi esplicativi) e cinquanta sagome che hanno riprodotto il cartello «Attenzione bambini» così come è concepito in altrettanti paesi del mondo.È stata l’occasione per scoprire come attraverso la lettura critica dei cartelli stradali si possano trarre informazioni su modelli educativi, sull’ambiente scolastico, sulla famiglia, sulle discriminazioni di genere, sull’alimentazione, sull’uniforme. I cartelli stradali, infatti, sono delle sintesi straordinarie di espressioni culturali e regole sociali standardizzate. Cogliere il dettaglio di un segnale (l’acconciatura femminile, ad esempio) e imparare a commentarlo significa stimolare importanti risorse di riflessione. I disegni dei cartelli stradali contengono, infatti, realtà diverse e a volte contrapposte: bambini soli (India, Montenegro) o accompagnati da un fratello o una sorella maggiore (Francia, Cambogia); bambini che portano l’uniforme (Giappone), oppure un vestito tradizionale (Malesia). In alcune rappresentazioni si nota l’assenza delle ragazze (Burkina Faso); in altre è evidente il desiderio di stabilire un rapporto di uguaglianza tra i due sessi (Quebec).Un cammino che i bambini della scuola primaria di Garda hanno condotto assimilando così il concetto che i segnali non si presentano mai uguali gli uni agli altri ma, di volta in volta, presentano peculiarità che li rendono unici non solo nelle forme e nei colori ma anche nei messaggi culturali che esprimono. I ragazzi hanno così sviluppato l’attenzione per il particolare apprendendo quelle peculiarità sottili che rimandano a riflessioni più profonde sui paesi, sui popoli, sulle culture, sulle discriminazioni scolastiche.

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