giovedì, Aprile 25, 2024
Dopo il taglio di circa 2 mila metri cubi di pini neri al Bosco della Città avvenuto lo scorso anno, ora (in questa settimana) si procede a bonificare la parte restante.

Strage di pini

Continua l’operazione salute al Bosco della Città e nella zona delle Porte di Trambileno. Dopo il taglio di circa 2 mila metri cubi di pini neri al Bosco della Città avvenuto lo scorso anno, ora (in questa settimana) si procede a bonificare la parte restante della Vallunga (150 metri cubi circa), la zona di Bertolda a Noriglio (200 metri cubi), le Porte a Trambileno (400 metri cubi) e l’area Ossario-Campana dei Caduti (circa 200 metri cubi). Gli operatori forestali del Consorzio Vigilanza Boschiva della Vallagarina, che hanno sede presso il Comune di Rovereto, stanno seguendo le fasi dell’operazione di bonifica del pino nero. Il danno è provocato principalmente da due funghi: Spheropsis sapinea (Diplodia pinea) e Cenangium ferruginosum, solitamente patogeni come deboli parassiti e quindi non particolarmente pericolosi. Le condizioni di stress ambientale dovute agli anomali andamenti climatici degli ultimi inverni hanno indebolito i soprassuoli di pino nero che sono formazioni ecologicamente già fragili e hanno pertanto diffuso la patologia.n pino nero è stato largamente impiegato, a partire dall’inizio del secolo, nei rimboschimenti delle aree denudate e impoverite dall’intenso fruttamento che gravava sui terreni a ridosso del fondovalle. In particolare tra le varie “razze geografiche” che formano la specie è stato utilizzato il pino nero d’Austria, spontaneo nelle Alpi Orientali a quote tra i 450 e il 1500 metri. Per la sua frugalità e per la rapidità di crescita, il pino nero serve a preparare e migliorare i terreni poveri, anche in stazioni che ecologicamente non sono del suo areale originario. Sotto la sua protezione e con l’apporto nutritivo fornito al suolo, si creano i presupposti per un reinserimento della vegetazione originaria. In questo naturale processo evolutivo il pino nero è destinato nel lungo periodo a lasciare il posto alle formazioni autoctone. Questa trasformazione ha subito in alcune zone una brusca (ed impattante) accelerazione. Di conseguenza, dove la conifera non ha esaurito il suo ruolo di specie migliorativa, ma anche nei siti dove il pino nero ha ancora rilevanza dal punto di vista paesaggistico – come è il caso del Bosco della Città – si rende necessario intervenire per ridurre la diffusione del contagio e tutelare gli alberi ancora vitali. Le possibilità di contenimento dei danni – come spiegano gli esperti della Forestale – sono tuttavia limitate e consistono principalmente nel ridurre il parassita con il taglio delle piante. L’ufficio Distrettuale Forestale di Rovereto ha operato in questa direzione. Le piante malate sono state martellate ed il loro taglio è stato affidato ad una azienda specializzata.Una nota curiosa è dettata dall’uso che viene fatto di alcuni di questi tronchi, il legno del pino nero è particolarmente resinoso e quindi impermeabile all’acqua, alcuni di questi tronchi sono utilizzati come pali per costruire le palizzate nei canali dei dintorni di Venezia. Rami e ramaglia vengono dati ai censiti che ne fanno richiesta (il corpo della forestale è rintracciabile in Comune a Rovereto). Infine, da segnalare che l’intervento, come spiegano gli esperti della Forestale, anche se intenso non porterà al denudamento del terreno, perché nel frattempo si è affermata la vegetazione di latifoglie (querce, carpino, bagolaro, ornello) proprio grazie alla presenza del pino nero.

Nessun Tag Trovato
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video