giovedì, Aprile 25, 2024
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La disponibilità è ancora insufficiente, pur se aumentano gli attracchi in boa fuori dai porti

Tremila ormeggi per i diportisti del Lago di Garda

Sono 3.020 i posti barca pubblici sulla riviera bresciana del lago fra Sirmione e Limone. Di questi, 1732 si trovano all’interno dei 29 porticcioli demaniali.Ma sono i «campi boa», potenziati negli ultimi anni ad incrementare sostanzialmente gli attracchi. Sono infatti ben 1.288 gli ormeggi ricavati all’esterno dei porti. Risultano, nonostante tutto, insufficienti a soddisfare la domanda di attracco delle imbarcazioni da parte dei diportisti che con le loro imbarcazioni, dai piccoli gommoni ai cabinati, alle barche a vela, fino ai potenti motoscafi, solcano le acque del più grande lago italiano.La salvezza è in boaIl numero degli ormeggi è stato notevolmente incrementato negli ultimi anni proprio per far fronte alle richieste. L’iniziativa è del Consorzio dei Comuni della sponda bresciana del lago di Garda e del lago d’Idro con sede a Salò che ha notevolmente incrementato le boe dove ormeggiare l’imbarcazione. Questi spazi situati all’esterno dei porticcioli sono gestiti direttamente dal Consorzio.Un’altra novità interessante è rappresentata dagli ormeggi con sosta a ore. Sono 6 i Comuni che hanno ricavato un piccolo spazio per questo nuovo importante servizio.Ormeggi e domande«Negli ultimi anni i posti barca alla boa sono stati notevolmente potenziati dal consorzio – conferma la direttrice ing. Fausta Tonni -. Sono stati creati a San Felice del Benaco, Manerba, Moniga, Polpenazze e recentemente a Sirmione».Sono facilmente accessibili. Nei porti veri e propri le procedure da seguire per le assegnazioni sono complesse mentre per le boe ci si rivolge direttamente al Consorzio dove si presenta la domanda. Se ci sono spazi l’assegnazione viene fatta nell’arco di pochi giorni. Ne possono usufruire anche i turisti.La sosta a tempoRisponde a esigenze differenti invece l’istituzione di ormeggi a ore. Si tratta di attracchi tutti di piccole dimensioni con disponibilità che va da 3 a 16 boe per un totale di una cinquantina di posti barca.Li utilizzano i diportisti che si spostano da una cittadina all’altra via lago per gite di una giornata. Arrivati a destinazione risolvono il problema del «parcheggio» dell’imbarcazione con questi ormeggi a ore. Una volta sbarcati visitano la località prescelta, possono fermarsi per il pranzo in ristorante, fare shopping, visitare musei o chiese e opere d’arte e poi ripartire.Un consorzio per due laghiIl Consorzio presieduto da Berardo Berardinelli gestisce per conto di 14 Comuni gardesani e 3 del lago d’Idro i porti demaniali, dopo che la competenza gestionale è stata trasferita dalla Regione ai Comuni Solo 3 Municipi hanno mantenuto la gestione cosiddetta «diretta». Sono Desenzano, Limone e Gargnano.La regola vuole che metà dei canoni d’occupazione dei posti barca siano versati alla Regione mentre l’altra metà va ai Comuni. Per quelli associati la quota sale al 60%. Di queste somme il 48% è finalizzato all’attuazione di lavori e interventi per il demanio, curare cioè spiagge e opere affini.I finanziamentiNegli ultimi anni i contributi che la Regione ha assegnato a fondo perduto al Consorzio per opere superano quanto versato.In effetti a fronte di canoni versati per 1,2 milioni sono arrivati fondi per lavori compresi, a seconda degli anni, fra 1,5 ed 1,8 milioni. Gli interventi concordati con le singole Amministrazioni hanno interessato un po’ tutte le zone portuali.La forza della cantieristicaL’86,7% del fatturato globale della produzione cantieristica italiana derivava, nel 2007, dalle imbarcazioni entrobordo, entrofuoribordo e idrogetto. Insomma, è il diporto a motore di piccole dimensioni a fare la parte del leone.Questo genere di imbarcazioni ha fatturato 2,9 miliardi e come al solito la produzione è finita soprattutto all’estero (1,7 miliardi). Staccata c’era poi la vela con un 6,3%.Per quanto concerne proprio la vela, la produzione nazionale valeva nel 2007 177 milioni di euro (+2,8% rispetto al 2006), con oltre 107milioni destinati oltreconfine. Il fatturato globale di 238 milioni, però, era calato rispetto ai 256 milioni del 2006. Una dinamica che si spiega con il crollo delle importazioni (-27,5%), da cui è derivato un boom del saldo della bilancia commerciale (+130,1%).  

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