venerdì, Aprile 19, 2024
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Il governo del lago. Oggi a Sirmione un convegno per fare il punto su porti e demanio. La Comunità del Garda si candida come ente interregionale regolatore

Troppe leggi e nessuna regola La navigazione resta nel caos

La disciplina della navigazione sul Garda, la sicurezza, le norme in materia di demanio portuale ed extraportuale, l’uso turistico e la qualità delle acque del lago sono gli argomenti che saranno discussi oggi nell’incontro organizzato dalla Comunità del Garda all’Hotel Continental di Sirmione. Al meeting, che inizierà alle 10.30, prenderanno parte tra gli altri Karl Rakerseder responsabile per la navigazione da diporto dell’Adac (l’Automobil club tedesco), i rappresentanti delle Regioni Lombardia e Veneto, delle Province di Verona, Brescia, Mantova e Trento, degli ispettorati di porto, delle Apt e dei Comuni gardesani, delle questure di Brescia, Verona e Trento, carabinieri, vigili del fuoco, capitanerie di porto e guardia costiera, polizia, guardia di finanza e operatori e noleggiatori nautici. La Comunità del Garda, alla cui presidenza si è insediato il bresciano Giuseppe Mongello mentre il vice presidente è il sindaco di Brenzone Giovanni Zappalà, in quest’ambito aspira a svolgere un ruolo di ente coordinatore, ovvero di autorità interregionale. Sia Mongello che Zappalà, e molti altri amministratori gardesani, riconoscono l’urgenza di uniformare la gestione dei porti e le normative che regolano la navigazione e l’uso del demanio lacuale sul Benaco. La nuova legge sulla navigazione del Garda, che deve essere approvata da Lombardia, Veneto e Provincia autonoma di Trento, però tarda ad arrivare; l’ultima versione di questo provvedimento, peraltro non ratificata congiuntamente da Venezia, Milano e Trento, risale ancora al 1983. Inoltre la legge Bassanini, già da tempo, ha sancito il trasferimento di competenze anche in materia di portualità agli enti locali. In quest’ambito la Lombardia ha già trasferito queste competenze ai Comuni i quali hanno già provveduto all’assegnazione dei posti barca. C’è da registrare invece ancora un nulla di fatto da parte della provincia di Trento e del Veneto. Una situazione paradossale, che non sarà facile spiegare agli ospiti teutonici dell’Adac, che conta oltre 14 milioni di soci oltralpe.

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