sabato, Aprile 27, 2024
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Castelnuovo e Peschiera presentano il capitolo ambiente del piano intercomunale. E nell’oasi del Frassino partirà la riqualificazione

Un parco in riva al lago

Quarto appuntamento, ieri mattina, con il piano di assetto territoriale intercomunale (Pati) redatto da Peschiera e Castelnuovo. Tema dell’incontro: l’ambiente. «Questo strumento urbanistico detta le linee generali che dovranno essere seguite dalla programmazione dei prossimi 10 anni e la sua stesura coincide con un momento reso ancora più delicato dalle molte opere e infrastrutture che stanno arrivando al pettine», sottolinea Fausto Scappini, assessore all’urbanistica di Castelnuovo, indicando alcune delle progettualità del suo comune. «Uno dei programmi più ambiziosi ma anche più qualificanti è il parco previsto nella zona a lago. Secondo la stessa filosofia di tutela ambientale possiamo anticipare che intorno ai prossimi snodi viari, come il nuovo casello autostradale, non creeremo una nuova Affi ma, al contrario, prevederemo fasce di rispetto che consentano di attutire l’impatto della viabilità». «E questo», ribadisce l’assessore, «non è cosa di poco conto: i primi dati emersi dallo studio sulla viabilità che stiamo facendo redigere sono molto preoccupanti per i grossi numeri che indicano». Per Peschiera il vicesindaco Walter Montresor ricorda invece l’importanza del progetto di riqualificazione dell’oasi naturale del laghetto del Frassino, «che é stato approvato dalla Commissione regionale ed è in attesa del vaglio della Giunta di Venezia». Montresor sottolinea poi che la futura programmazione urbanistica di Peschiera «non prevederà altri centri commerciali né insediamenti produttivi. L’area che potrà essere oggetto di cambi di destinazione d’uso è di 50mila metri quadrati e ogni eventuale intervento di privati dovrà prevedere, come prevede il Pati, misure compensative a favore della comunità». Alla presentazione del Pati hanno preso parte rappresentanti di alcuni enti e associazioni operanti sul territorio. Tra questi i tecnici dell’Azienda gardesana servizi e del Consorzio Adige Garda: i primi hanno puntualizzato i lavori in atto e previsti sia per l’ampliamento del depuratore che per la sistemazione delle reti fognarie dei comuni gardesani; dal Consorzio è invece giunto il richiamo all’attenzione per i corsi d’acqua spesso interrotti dai nuovi insediamenti e mai ripristinati. Molto apprezzato dagli amministratori l’intervento di Manuela Formenti delle associazioni Wwf e Italia Nostra. «Ho trovato condivisibili le linee guida per la tutela di questo territorio così prezioso e fragile: é un ambito molto ricco e ormai restano solo i gioielli. Penso ai siti di interesse comunitario: il laghetto del Frassino, su cui passa un corridoio di migrazione mondiale ed è la stazione di sosta numericamente più importante per la moretta, un anatide scuro specie protetta perché a rischio di estinzione. Ma lo stesso vale per il Sic del Basso Garda, con l’unicità dei canneti come habitat naturale». Dalla Formenti l’invito a guardare l’ambiente con una visione più ampia: tra le 250 regioni del mondo individuate come vitali per il pianeta c’è quella delle Alpi e, al suo interno, l’area del Baldo Garda rientra nel gruppo delle zone di primaria importanza. «Credo basti questo», conclude, «per capire come sia vitale salvaguardare questo patrimonio».

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