giovedì, Aprile 25, 2024
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A Tremosine vecchi mestieri e arti per le vie Il passato diventa spettacolo: un’idea per il turismo culturale

Una domenica speciale

Solo qualche ora di tempo per tornare alle immagini di un passato che, per fortuna, qualcuno ha deciso di non cancellare. Accadrà domani 14 luglio a Tremosine, grazie ad un’iniziativa della Pro Loco, sostenuta dal Comune e dal Consorzio Riviera dei Limoni. La proposta, denominata «C’era una volta…», si sviluppa attraverso alcune idee, che vengono illustrate dal presidente della Pro loco, Claudio Giuntelli Arrighini. «Ripeteremo, migliorandola, una manifestazione già approntata lo scorso anno. Alle 17 è in programma il mercatino delle curiosità a Voltino dove, nelle ore successive, il borgo dovrebbe cambiare aspetto, riportando i nonni alla loro giovinezza e mettendo i giovani in grado di vedere e capire quale è stato il passato che ha segnato anche questo lembo di terra che guarda il lago». Superfluo precisare che la manifestazione farà gola anche ai numerosi turisti presenti. Scatterà, quindi, alle 20.30 la seconda parte della giornata, con «Arti per la via». Continua Arrighini: «Interverrà un gruppo di Bassano, che ha allestito la rappresentazione di una quarantina di mestieri che si praticavano in passato nella campagna e nella collina veneta e lombarda. Per molti aspetti, infatti, queste tradizioni si somigliano, anche se qualche differenza compare qua e là». Ci sarà, quindi, uno speaker per presentare ciascuno dei mestieri, con i personaggi che sfileranno per andare poi a prender posto in un angolo del paese. Infine, verrà allestita anche una vecchia osteria, con vino e polenta. Tremosine, quindi, presenta un passato che non deve essere scordato, con la raffigurazione di mestieri di cui spesso si ricorda solamente il nome e che non mancheranno di interessare: si va dal banditore alla fioraia, dalla lattaia agli artigiani che intrecciano la paglia per farne oggetti d’uso, dal molèta (arrotino) allo stagnaro (riparava pentole rotte). E ancora: il materassaio, la giocattolaia, la venditrice di aglio e erbe aromatiche, di terraglie, di frutta e verdura, lo spazzacamino, l’ombrellaio. L’elenco è lunghissimo, e non possono mancare figure comuni e note fino alla passata generazione o poco più: l’impagliatore di sedie, il venditore di zoccoli, il venditore di fischietti e tanto altro ancora: «Uomini, donne, umanità. Miseria, dignità, lotta per la sopravvivenza, ma anche stretto rapporto, calore, solidarietà, gioia delle piccole cose, granelli d’oro lentamente colati nella clessidra dell’eternità».

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