«Un’ordinanza assurda». Anzi no. «Un provvedimento giusto, all’insegna di un paese turisticamente avanzato» . Si divide l’opinione tra gli esercenti del centro storico in merito al provvedimento del sindaco Pietro Meschi, che vieta ai titolari o dipendenti di bar e ristoranti di richiamare i passanti nei propri locali. Una consuetudine che si è fatta strada nelle ultime stagioni turistiche anche per il proliferare di esercizi commerciali divisi tra loro solo da una fioriera, se non differenziati unicamente dal diverso colore dell’ombrellone o delle tovagliette. Situazioni paradossali, con turisti seduti in un locale convinti di apprezzare un certo tipo di cucina tranne poi scoprire di avere a disposizione un menu d’altro tipo. Ma non solo. Avventori che ordinano una pietanza e vedono il cameriere arrivare con il piatto non dalla cucina, ma dal locale situato di fronte se non qualche metro più avanti. Già, perché esistono in paese titolari di più di un ristorante abili a mettere in rete la cucina sfruttando la sinergia tra cuochi e pizzaioli. Appunto per regolamentare il … traffico il sindaco ha disposto, sempre nella stessa ordinanza, il divieto di somministrare la consumazione all’esterno dell’esercizio pubblico. Di fatto impedendo il trasporto di un piatto da un locale all’altro. Inoltre è vietato agli avventori dei bar bere un bicchiere di vino al di fuori dei locali senza plateatico. Un modo per evitare di notte gli assembramenti all’esterno dei luoghi di ritrovo, spesso troppo piccoli per ospitare tutti i clienti. Giovani che amano uscire all’aperto provocando, inevitabilmente, il disturbo della quiete pubblica. «È un’ordinanza sbagliata, che va contro una politica turistica», commenta senza mezzi termini Gabriele Flisi del club Pomme, punto di aggregazione notturna di Borgo Cavour. «Non si può obbligare la gente, soprattutto d’estate, a rimanere chiusa nei bar. Impensabile, per quanto uno si sforzi, obbligare tutti a non sorpassare il limite del plateatico». Sulla stessa lunghezza d’onda Franco Corvino, titolare dei ristoranti Corte San Giovanni e Due Torri. Il gestore allarga il tiro e contesta l’eccessiva severità della polizia municipale: «Una volta alle 23 iniziava il lavoro, ora in centro arriva sempre meno gente per mancanza di parcheggi auto, divieti d’entrata e multe a tappetto. Il calo è del 30 per cento e non di turisti stranieri, ma degli ospiti tradizionali, che piuttosto di correre il rischio di trovarsi una multa sui tergicristalli dell’auto si fermano in altri paesi». In merito al divieto di abbordare i clienti, Corvino scuote la testa: «In qualsiasi parte del mondo va cosi. Non vedo cosa ci sia di male». Di avviso opposto Giorgio Sala, della pizzeria La Formica, in piazza Lenotti. «Trovo inopportuno andare a disturbare le persone di passaggio. A me è successo alle Canarie e per questo motivo non ci andrò più. La crisi? È generalizzata in tutta Italia». Sala concorda invece sulla minore presenza di gente dopo le 23: «mancano i parcheggi: difficile arrivare a piedi fino in paese». Chi invece ha dribblato l’ordinanza del sindaco Pietro Meschi è Mario Celon, della pizzeria La Strambata, in via Fosse. Prima offriva ai passanti l’aperitivo in strada, ora lo serve sul proprio plateatico. «Un modo carino e garbato in attesa che si liberi un tavolo. D’altronde si fa così in ogni parte del mondo: da Milano-Marittima alla Thailandia. Figuriamoci se al cliente dà fastidio». «Nessuno si diverte ad uscire in strada per accaparrarsi il cliente», risponde deciso Vincenzo Martinelli, della pizzeria al taglio Vinkiu, di Borgo Cavour. «Si tratta di un evidente segnale di crisi, che coinvolge un po’ tutti. Se fossi un turista in ferie a Bardolino sarebbero altre le cose che mi darebbero fastidio». Quali? «Le multe ingiuste elargite a qualsiasi ora del giorno». Sa bene Giancarlo Erbifori del ristorante La Porta che l’ordinanza nasce anche dalla situazione caotica di piazza Statuto, dove il suo locale confina con altri esercizi pubblici. Qui la concorrenza è spietata. «Sono tranquillissimo», dice, «i miei camerieri si limitano a invitare, in modo gentile, i turisti ad assaggiare la nostra cucina. Volgio vedere chi non accoglierebbe in questo modo una persona che vuole venire a casa sua a mangiare» «L’ordinanza è nata per lo più per evitare il consumo delle bevande fuori dai locali», ribatte l’assessore al commercio Giovanni Pozzani, «Vuol essere un primo passo per offrire una immagine migliore del paese»
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Provvedimento del sindaco per bloccare l’usanza di invitare chi passa a provare le specialità dei locali. Ristoratori e pizzaioli: «Con i divieti non si aiuta a superare la crisi»
Vietato importunare i turisti
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