L’ospedale di Salò è stato gradualmente spogliato dei vari reparti, rimanendo solo con gli ambulatori. La Regione Lombardia ha deciso di costruire una nuova struttura per acuti nel comprensorio di Roè Volciano, con una spesa complessiva di 66 milioni di euro: una parte a carico dello Stato (27, 620) e del Pirellone (1,380), il resto finanziato dalla vendita dei nosocomi di Salò, come appena detto ridotto ai minimi termini, e di Gavardo, che serve l’intera Valle Sabbia e l’Alto Garda. «La delibera – ha sottolineato il sindaco Giampiero Cipani, all’inizio di una discussione in consiglio comunale durata tre ore – riconfermata lo scorso 16 febbraio, non è mai stata revocata. E io mi batterò fino all’ultimo affinchè si prosegua su tale strada. A dimostrazione che non si tratta di una battaglia di campanile, abbiamo dato piena disponibilità a costruire il nuovo ospedale a Roè, a Villa di Salò o a Limone di Gavardo». La gran parte dei sindaci della zona e il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Gavardo Mauro Borelli sono invece orientati in maniera diversa: meglio investire nella ristrutturazione e nell’ampliamento di Gavardo. Alessandro Cè, l’assessore regionale alla sanità, prima «congelato» dal presidente Roberto Formigoni, e ora ritornato in sella, ha già inviato una lettera, sostenendo di essere d’accordo su tale impostazione, e di voler cambiare la delibera adottata a suo tempo. L’altra sera, a Salò, la maggioranza che si riconosce nelle posizioni della Casa delle Libertà ha espresso alcune differenziazioni. Da un lato il sindaco, di Forza Italia, l’assessore Gabriele Cominotti, di An, ecc. favorevoli alla lotta dura. «Nemmeno se mi telefonasse Berlusconi, cambierei idea – ha esclamato Cipani -. L’azione politica condotta dal sottoscritto, da Bruno Faustini, presidente della Comunità montana parco Alto Garda, e da Franco Nicoli Cristiani ha consentito di ottenere i 29 milioni di euro per la costruzione di una nuova struttura per acuti. Un progetto che intendiamo sostenere a spada tratta. Nella conferenza dei sindaci dell’Asl, svoltasi a fine settembre, ho sostenuto che il trasferimento di Dialisi a Gavardo (l’ultimo della lunga serie, consumata nel corso degli anni, ndr) è stato improvvido, per usare un eufemismo. Non ci hanno nemmeno interpellato. Nelle prossime settimane ci sarà un tavolo di lavoro per esaminare la situazione sanitaria». L’assessore Aldo Silvestri della Lega Nord non ha partecipato al consiglio, evidenziando il suo dissenso. Il capogruppo di maggioranza Bruno Faustini ha invece rimarcato la necessità di guardare avanti. «Io voglio il nuovo – la sua posizione – ma, nel timore che non arrivino i soldi, meglio sistemare Gavardo. Bisogna poi affrontare il tema della riabilitazione, creando ad esempio una fondazione pubblico/privata che gestisca Villa Barbarano, Villa Gemma di Fasano, il Santa Corona (ora chiuso, di proprietà del Civile di Brescia, ndr) e Salò. Senza dimenticare i servizi, il 118, la telemedicina, il trasporto con l’elicottero. È necessario stoppare la continua emorragia di posti letto». Su tale linea anche il vicesindaco Gualtiero Comini. Faustini ha aggiunto che, nella legge finanziaria, si parla dell’utilizzo dei fondi destinati in passato alla sanità, e non ancora utilizzati. Ebbene, verrebbero dirottati sugli ospedali di maggiori dimensioni (almeno 250 posti).
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Il sindaco insiste: «Ospedale nuovo La delibera della Regione c’è ancora»