mercoledì, Aprile 24, 2024
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L’ex assessore Fabio Gaggia ritorna alla carica con un progetto dimenticato dal Comune. «L’area archeologica potrebbe diventare un parco»

«Acquistiamo la Rocca»

«Che fine ha fatto il progetto di acquistare la Rocca?». A lanciare l’interrogativo, nel corso di un recente incontro dedicato agli scavi archeologici condotti sul colle che sovrasta Garda, è stato Fabio Gaggia, studioso di storia benacense ed ex assessore alla cultura durante la passata amministrazione guidata da Giorgio Comencini. «Il consiglio comunale» ha incalzato Gaggia rivolgendosi ai rappresentanti dell’attuale giunta presenti all’assemblea, «aveva deliberato l’acquisto: che ne è del progetto?» In sala, erano presenti il vicesindaco Gian Paolo Rossi e l’assessore al turismo Antonio Pasotti. «Io non sapevo neppure che la Rocca fosse in vendita» ha risposto scherzosamente (o diplomaticamente) il primo. «Ne stiamo parlando nell’ambito della maggioranza», ha invece chiarito Pasotti , «e stiamo valutando se davvero valga la pena effettuare un simile intervento senza finalizzare l’investimento». La vecchia idea di Gaggia era quella che il Comune comprasse dagli attuali proprietari, i salesiani, la fetta di colle che ricade nel territorio di Garda. Bardolino avrebbe potuto eventualmente fare altrettanto con la sua porzione. Il confine fra Garda e Bardolino attraversa le due gobbe che i gardesani chiamano la Rocca Vecchia e la Rocca dei Frati: sulla prima sorgeva il castello che ha dato nome al lago, sull’altra c’è l’eremo camaldolese. Quasi tutta l’area archeologica recentemente investigata dall’equipe del professor Gian Pietro Brogiolo ricade in terra di Garda, e un eventuale acquisto avrebbe potuto dare mano libera al Comune per realizzarci un parco archeologico. Questa era almeno l’ipotesi avanzata da Gaggia e Brogiolo un paio d’anni orsono. «Puntiamo ad un parco aperto», aveva spiegato l’archeologo nella primavera del 2001, «realizzabile per segmenti, con la compartecipazione di pubblico e privato». Si pensava al restauro delle murature medievali, a una serie di percorsi che poggiassero su ambiente e archeologia. Il tutto integrato dall’offerta ricettiva ed enogastronomica. Poi non se n’è più parlato.

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