venerdì, Settembre 29, 2023
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Al Parco Natura Viva di Bussolengo è nato un piccolo di renna

Nonos­tante alcune lievi com­pli­cazioni post par­tum, a pochi minu­ti dal­la nasci­ta il pic­co­lo di ren­na era già in gra­do di suc­chiare il lat­te men­tre nel giro di un’oret­ta, si regge­va sulle pro­prie zampe. Oggi, a tre set­ti­mane dal lieto even­to al di Bus­solen­go, mam­ma e pic­co­lo stan­no bene e han­no nuo­va­mente pre­so parte alla quo­tid­i­an­ità del grup­po che adesso, con­ta 5 indi­vidui. Il nuo­vo arriva­to è un maschi­et­to e il suo nome sarà affida­to al popo­lo dei social net­work. “Vul­ner­a­bile” di estinzione sec­on­do IUCN, appar­tiene ad una specie in costante decre­men­to: taiga e tun­dra del­l’em­is­fero bore­ale stan­no risen­ten­do dei cam­bi­a­men­ti cli­mati­ci tan­to da cam­biare l’e­qui­lib­rio tra neve, piog­gia e ghi­ac­ci con il risul­ta­to di ren­dere inac­ces­si­bili i muschi e i licheni di cui ques­ta specie si nutre. Moti­vo per cui il nuo­vo nato sia un esem­plare prezioso per la con­ser­vazione delle specie a ris­chio.

“Non può anco­ra ved­er­si ma il nos­tro pic­co­lo ha già inizia­to la cresci­ta delle cor­na — spie­ga Cate­ri­na Spiezio, respon­s­abile del set­tore ricer­ca e con­ser­vazione del Par­co Natu­ra Viva — che al momen­to sono solo pal­pa­bili. Si trat­ta di una specie molto pre­coce a svilup­pare le carat­ter­is­tiche utili a soprav­vi­vere nelle regioni artiche e sub­ar­tiche del Piane­ta e infat­ti, il nos­tro pic­co­lo inizierà a bru­care autono­ma­mente già dopo il pri­mo mese. Per il momen­to però, nonos­tante la grande curiosità di suo fratel­lo, lui anco­ra non si allon­tana dal­la mam­ma anche se tra un pò, inizierà la sta­gione dei giochi e delle imper­ti­nen­ze”. Una vol­ta cresci­u­to poi, ter­rà il pal­co per tut­ta la sta­gione degli accop­pi­a­men­ti per poi perder­lo al ter­mine, più o meno ai pri­mi di novem­bre. “Alle fem­mine questo accade invece in pri­mav­era, il che — pre­cisa Spiezio — sug­gerisce che tutte le renne di Bab­bo (Rudolf com­pre­so) dovessero essere in realtà fem­mine e non maschi”. Fav­ole a parte, la scien­za ci dice che la vital­ità del­la specie sof­fra in tut­to il suo areale ma che a pas­sarsela male in Europa sia par­ti­co­lar­mente la ren­na di fores­ta, una delle 12 sot­tospecie, che attual­mente vive con­fi­na­ta in Fin­lan­dia dopo esser­si estin­ta ai pri­mi del ‘900. Fon­da­men­tali in questo “ritorno dal­l’estinzione” sono sta­ti i gia­r­di­ni zoo­logi­ci con i loro esem­plari rein­trodot­ti gra­zie anche al Pro­gram­ma per le Specie Minac­ciate (EEP) del­l’As­so­ci­azione Euro­pea Zoo e Acquari (EAZA).

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