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Antonio Rosmini: un prete controcorrente

L’associazione culturale «Amici della Liturgia» di Rovereto propone a Riva del Garda un momento di riflessione sulla figura del filosofo e sacerdote Antonio Rosmini (Rovereto, 24 marzo 1797 – Stresa, primo luglio 1855) in considerazione degli stretti legami dei Rosmini Serbati di Rovereto con la famiglia dei conti Formenti di Biacesa, residenti a Riva del Garda. Giovanna Francesca dei Conti Formenti, infatti, sposerà Pier Modesto Rosmini, da cui nacque Antonio. Ancora oggi una lapide su casa ex Formenti, in via Gazzoletti, ricorda che «Antonio Rosmini ospite desideratissimo frequentemente onorava questa casa in cui nacque Francesca contessa Formenti sua madre»«Antonio Rosmini: un prete controcorrente. Una riflessione sulla figura del grande sacerdote e intellettuale roveretano» si svolge nella sala della Comunità in via Rosmini sabato 5 luglio a partire dalle ore 15.30, con Messa solenne nella chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta alle ore 18, presente il coro liturgico «Beato Antonio Rosmini».

Dopo un breve saluto delle autorità, alle ore 16 si tiene una conferenza sull’importanza e sul ruolo della famiglia Formenti nella città di Riva del Garda; a seguire don Enrico Finotti sviluppa il tema di «Rosmini, un prete controcorrente«». Alle ore 18 nella chiesa arcipretale la Messa solenne.

Chi fu Antonio Rosmini? Una personalità dalla cultura enciclopedica, al punto che l’amico Alessandro Manzoni lo definì «una delle sei o sette intelligenze che più onorano l’umanità». Spesso ricordato per la filosofia del diritto, Rosmini sintetizzò il proprio pensiero nella celebre espressione «La persona è il diritto sussistente», che finì per influenzare notevolmente i padri della Costituente nella stesura della nuova Carta Repubblicana (1946-48).

Un prete controcorrente? Antonio Rosmini fu soprattutto un uomo di fede. Celebre è l’opera «Delle cinque piaghe della santa Chiesa», in cui anticipava delle coraggiose indicazioni per il rinnovamento della vita cristiana che verranno fatti proprie, cent’anni dopo, dal Concilio Vaticano II. Rosmini fu quindi un fautore del rinnovamento liturgico, volto a riportare il popolo di Dio verso una più piena e consapevole partecipazione nel culto pubblico della Chiesa.

Ma Rosmini continua ad essere un prete scomodo anche per noi oggi: le celebrazioni a volte sono contrassegnate da una creatività che non mira al mistero di Dio ma all’autoreferenzialità, e in cui i canti, dal sapore teologico piuttosto vago, presentano un valore compositivo pressoché nullo. Occorre quindi ritornare ad un autentico spirito di pietà, di contemplazione. È questa la rivoluzione che il grande Roveretano oggi suggerirebbe con audacia. Don Giovanni Bosco dirà di lui: «Non ricordo di aver visto un prete dire la Messa con tanta devozione e pietà come il Rosmini».

L’associazione culturale «Amici della Liturgia»

La sede è a Rovereto, nella casa natale del beato Antonio Rosmini. È conosciuta e opera soprattutto nella zona del basso Trentino, in Vallagarina e nel Basso Sarca. Il suo scopo è la formazione liturgica ispirata all’opera del filosofo e teologo roveretano. Le iniziative dell’associazione riguardano soprattutto la pubblicazione di una rivista specializzata dal titolo «Liturgia ‘culmen et fons’», trimestrale che vanta la collaborazione di alcuni accademici di spicco, tra cui padre Giovanni Cavalcoli, il maestro delle celebrazioni pontificie monsignor Guido Marini, e il vescovo di Astana monsignor Schneider; e una schola cantorum composta da circa cento elementi che cura e propone il canto liturgico (www.liturgiaculmenetfons.it).

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