Non era certo per un’incombente minaccia di straripamento dell’Adige, ma solo per ordinaria manutenzione, che ieri mattina (Giovedì 22 marzo) è stata aperta la galleria Adige-Garda. Quell’appunto che collega, da Mori al Garda in caso di pericolose alluvioni, il fiume. Questo, lungo un percorso scavato nella montagna, perfettamente rettilineo, di una decina di chilometri. Infatti, l’inatteso spettacolo è durato solo per alcune ore. Giusto il tempo per consentire alla forza dell’acqua di ripulire l’ingresso di Mori dal limo e da altri resti solidi che si depositano e che potrebbero malauguratamente bloccare al momento del bisogno il complesso congegno delle saracinesche. E anche per una verifica degli stessi sistemi d’apertura. Un sistema che comprende tre grandi paratie, azionate elettricamente (se necessario anche utilizzando un gruppo elettrogeno d’emergenza) o manualmente, in caso di totale assenza d’energia.È naturalmente bastato immettere una quantità limitata d’acqua: all’incirca una cinquantina di metri cubi al secondo al momento della completa apertura delle tre saracinesche di Mori. Il massimo della portata è, infatti, valutata nell’ordine dei 500 metri cubi al secondo.Ad ogni modo si è trattato pur sempre della solita violenta immissione delle acque color caffelatte dell’Adige in quelle molto più azzurre del Garda. Un diversivo, a dir la verità, riservato stavolta a pochi, visto che nessuno del posto (pare nemmeno i vigili del fuoco locali) tranne il sindaco di Nago-Torbole, Parolari, era stato informato della manovra.La galleria sarà a breve oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria (previsti 14 miliardi).
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