Nel segno della tradizione. Da quattordici anni nel centro dell’alto lago un gruppo d’amici saluta l’arrivo del primo dell’anno con un tuffo nel Benàco. Una consuetudine aperta a tutti ma che, guarda caso, stenta ad allargare la cerchia a nuovi adepti. «Una questione meramente di gradi, di temperatura dell’acqua», sostengono e a ragione convinti il gruppetto di coraggiosi che nonostante l’avanzare dell’età non ha nessuna intenzione di mettere la testa a posto. Una soddisfazione per loro doppia quando ai soliti visi noti si aggiunge all’ultimo secondo (non serve l’invito scritto) un altro temerario. Un’occasione da festeggiare con una poderosa stretta di mano, un sorriso assassino e un pensiero del tipo: «Ma questo avrà tutte le rotelle a posto?». Di certo Angelo Facchetti, nessuna parentela con il celebre terzino sinistro dell’Inter, ha simpatia da vendere e una giusta pazzia che serve per uscire dagli schemi. «Lunedì ho letto L’Arena e scoperto questa singolare tradizione. Un’occasione da non perdere, ho subito pensato. D’altronde cosa vuoi che sia. Già in novembre ho fatto un bagno nel Mincio», ha raccontato il trentaduenne di Peschiera, di professione maniscalco. Detto e fatto. Ieri pomeriggio alle tre in punto insieme ad altri sei compagni di merende si è tuffato nel lago davanti al municipio di Brenzone. Ad assistere allo spettacolo per cuori… freddi la folla delle grandi occasioni capitanata dal sindaco Giovanni Zappalà, pronto a dare il suo appoggio morale. Onestamente difficile pretendere di più dal primo cittadino che si dice «costringesse» in passato in modo burlesco un rappresentante del Consiglio comunale a partecipare all’iniziativa. Guarda caso, toccava sempre a Flavio Pilati, in realtà unico volontario, da due anni saggiamente defilatosi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Wolfgang Schmidt, rimasto per il secondo anno consecutivo sulla spiaggia a guardare le evoluzione dei compagni di tante sortite. «Ho fatto un compromesso con mia moglie Alexsia», si è quasi schermito il teutonico naturalizzato gardesano che non ha voluto dire nulla di più prima di estrarre dall’inseparabile borsone il suo nuovo fiammante teleobbiettivo. Da immortalare c’erano le evoluzione in acqua dei macellai Luigi e Gian Antonio Sartori, due fratelli da sempre in prima fila, unitamente a Danilo Donatini, al bagno d’inizio anno. Insieme a loro con tanto di cappello da Babbo Natale in testa Renato Bendetti di Malcesine, per lui settima performance, e «Zio Pino», alias Giuseppe Calò, un marcantonio per hobby insegnante d’arti marziali. All’ultimo istante, quando tutti erano già in acqua, si è unito al gruppo il postino Paolo Guidi. Nessuna raccomandata da consegnare ma solo la voglia di salutare il 2002 con un gesto simbolico magari per un ipotetico futuro annullo postale. La temperatura dell’acqua? Sette gradi non di più. Nella norma secondo i veterani, decisamente fredda per Angelo Facchetti. «Nel Mincio era più calda», giura il maniscalco. «Qui l’impatto è stato tremendo. Dopo poche secondi in acqua ti senti il gelo picchiare sulla pelle». Nessuna prova. Questa volta ci crediamo sulla parola.
!
Si è rinnovata la tradizione del bagno per il saluto al nuovo anno davanti a una folla di curiosi. Un gruppetto di temerari si è gettato nelle acque gelate del lago
Benvenuto 2002 con un tuffo
Articoli Correlati